La prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima, in programma per lunedì prossimo a Baku, rappresenterà un’importante opportunità per mettere ordine nel mercato dei crediti di carbonio, che negli ultimi anni ha visto emergere un preoccupante numero di frodi. Durante la Cop29, si prevede l’approvazione di un insieme di regole e di un sistema di verifica e controllo, tramite criteri e standard che coinvolgeranno in particolare i Paesi più inquinatori. Questi Stati dovranno compensare le proprie emissioni acquistando crediti da nazioni che, al contrario, hanno ridotto le loro emissioni oltre le aspettative.
Un esempio significativo è quello della Svizzera, che ha recentemente acquisito crediti dalla Thailandia. Questi crediti sono stati ottenuti grazie alla trasformazione del sistema di trasporto pubblico di Bangkok in una rete di bus elettrici. Secondo i sostenitori degli scambi, un mercato del carbonio regolamentato potrebbe generare ulteriori entrate, utili ai Paesi in via di sviluppo per abbattere le proprie emissioni senza gravare ulteriormente sul debito.
Le nuove proposte delle Nazioni Unite includono linee guida per la certificazione futura di progetti che mirano a prevenire il rilascio di CO₂ a causa di attività umane o a rimuovere il gas serra dall’atmosfera, immagazzinandolo per periodi prolungati. Ad esempio, il possesso di una foresta esistente che già immagazzina naturalmente CO₂ non riceverebbe accreditamenti, ma gli sforzi volti a proteggerla da una minaccia concreta di deforestazione potrebbero essere certificati.
Inoltre, nel caso in cui si vendano crediti legati alla piantumazione di alberi, sarà necessario un monitoraggio accurato per verificare il rispetto degli impegni; se il carbonio non verrà immagazzinato come promesso, si prevede che verranno effettuate sottrazioni delle quote accumulate da altri progetti.