Le trattative alla COP29 di Baku si fanno sempre più serrate e complesse, con alcune questioni cruciali che potrebbero determinare l’esito della conferenza. “Questa bozza di testo sarà un passo importante. Deve essere considerata come un pacchetto che contiene opzioni per affrontare le principali preoccupazioni di tutti i gruppi. Ci sono questioni per le quali sarà necessario che le parti continuino a lavorare insieme per trovare un terreno comune e ottenere un risultato equilibrato. Ma voglio chiarire che questi testi non sono definitivi. Saranno aperti a contributi e discussioni e continueremo ad ascoltare“, ha dichiarato Yalchin Rafiyev, capo negoziatore della COP29 di Baku, durante una conferenza stampa. Rafiyev ha inoltre aggiunto che la bozza sarà modificata sulla base dei contributi delle parti, e ha ribadito che la sfida ora è affrontare le questioni più complesse: “Sulla base dei contributi delle parti, il testo finale potrebbe contenere elementi che non sono presenti in queste bozze“, ha spiegato. “Le parti devono ora lavorare su alcune delle questioni più complesse che dobbiamo ancora affrontare. Confrontarsi con diverse opzioni e trovare un terreno comune sarà difficile per definizione. Ma questo è ciò che ci aspettiamo da loro. Abbiamo un piano chiaro e solido. Con questa bozza di testo stiamo facendo un passo avanti fondamentale. Ci auguriamo un impegno produttivo con tutte le parti“, ha concluso, ribadendo l’importanza del processo.
Intanto, a due giorni dalla fine della conferenza, i Paesi ricchi sono chiamati a contribuire con aiuti finanziari tra i 440 e i 900 miliardi di dollari all’anno per sostenere i Paesi in via di sviluppo nell’affrontare le sfide del cambiamento climatico. Tuttavia, non è ancora stato raggiunto un accordo sull’importo definitivo, e i negoziatori restano in silenzio riguardo la cifra che sono disposti a contribuire oltre la promessa di 100 miliardi all’anno per il “Nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato” per la finanza climatica, un tema fondamentale che la conferenza delle Nazioni Unite in Azerbaigian deve stabilire. “Abbiamo ascoltato diverse proposte per la quantificazione degli aiuti pubblici da parte dei paesi ricchi, di 900 miliardi, 600 miliardi e 440 miliardi“, ha dichiarato in plenaria il ministro australiano Chris Bowen, riferendo delle consultazioni svoltesi il giorno prima con la sua controparte egiziana Yasmine Fouad. Ma, secondo indiscrezioni, nessuna di queste cifre proviene dai Paesi sviluppati. “Tutti i Paesi in via di sviluppo concordano sul fatto che abbiamo bisogno di almeno 600 miliardi all’anno di fondi pubblici” da parte dei Paesi ricchi, ha spiegato Iskander Erzini Vernoit dell’istituto marocchino Imal. Il capo negoziatore boliviano Diego Pacheco ha fatto eco a queste preoccupazioni, criticando le proposte più basse. “Sentiamo nei corridoi cifre di 200 miliardi offerte dai Paesi ricchi: è inimmaginabile, non possiamo accettarlo“, ha dichiarato. I Paesi in via di sviluppo chiedono anche che i fondi siano forniti sotto forma di donazioni, piuttosto che prestiti, come evidenziato dalle richieste di nazioni sovra-indebitate.
Nel contesto di queste trattative, l’Unione Europea continua a spingere per una transizione energetica più rapida e una riduzione dei combustibili fossili. “In termini di mitigazione, desidero riconoscere la dichiarazione dei leader del G20 adottata nelle prime ore di ieri. So che sembra passato molto tempo, so che è anche fisicamente lontano, ma per come la vediamo noi è un’approvazione in toto dei risultati della COP28“, ha affermato il Commissario europeo per l’Azione per il clima, Wopke Hoekstra, durante una conferenza stampa. Hoekstra ha sottolineato che “l’unica strada è e deve essere quella della transizione dai combustibili fossili e dell’ulteriore miglioramento delle nostre politiche di mitigazione”. “Si tratta quindi di un elemento chiarissimo su cui ci concentreremo anche nei giorni a venire“, ha concluso, rafforzando l’impegno dell’Unione Europea verso una politica climatica ambiziosa.
Nonostante le difficoltà, Hoekstra ha espresso ottimismo sul futuro delle trattative: “Ci aspettano giornate e ore lunghe, ma chiaramente per un’ottima ragione. La mia valutazione è che si tratterà di una salita molto ripida, ma ci stiamo impegnando al massimo e ci assicuriamo di farlo con tutti i Paesi e gli interlocutori disponibili“, ha detto. Il Commissario ha poi aggiunto che l’Europa continuerà a svolgere un ruolo di leadership: “Abbiamo una comprensione della posizione di tutti i Paesi, ma naturalmente dobbiamo cercare un terreno comune su ciascuno degli elementi. Continueremo a svolgere il nostro ruolo di leadership e invitiamo davvero gli altri a fare lo stesso, compresa ovviamente la presidenza della COP“. Hoekstra ha infine ribadito l’importanza di inserire nel testo finale temi cruciali come l’uguaglianza di genere: “Vorrei ribadire che faremo tutto il possibile per assicurarci di inserire nel testo il linguaggio giusto, diciamo quello del XXI secolo, sul genere e sull’uguaglianza“.
Infine, in merito alla finanza climatica, Hoekstra ha chiarito che non è ancora il momento di discutere le cifre precise: “Non è opportuno parlare di una cifra del fondo (per gli aiuti ai paesi vulnerabili al cambiamento climatico, n.d.r.) finché non abbiamo concordato su come funziona“, ha dichiarato, commentando le speculazioni sulla possibile dotazione annuale del fondo, che secondo alcuni articoli sarebbe tra i 200 e i 300 miliardi di dollari.
La COP29 sta affrontando giorni cruciali, con grandi aspettative sul finanziamento climatico e la transizione energetica, e la comunità internazionale resta in attesa di trovare un compromesso che possa davvero fare la differenza nella lotta contro il cambiamento climatico.