La stragrande maggioranza degli italiani (74%) è contraria a investire sul nucleare da fissione poiché produce scorie pericolose, che restano tali per secoli, ed è giudicato troppo rischioso. In particolare, il timore è che si crei dipendenza da Paesi instabili per l’approvvigionamento dell’uranio da impiegare come combustibile nei reattori. Al contrario, sono favorevoli alla fusione nucleare, indicata come più sicura (73%), con minore impatto ambientale (55%) e non produce scorie che restano radioattive a lungo termine (54%). A questa tecnologia viene inoltre riconosciuto il vantaggio che non si rischiano gravi incidenti, non si emettono gas serra e si utilizzano combustibili più abbondanti e sicuri, dato che si basa sulla fusione di isotopi di idrogeno ricavabili dall’acqua. Più in generale, per portare ad effetto il percorso di decarbonizzazione dell’Italia, l’80% è sicuro che il mercato dell’energia del futuro andrà verso le rinnovabili e, in qualità di asset strategico per la decarbonizzazione nazionale e la transizione energetica, ampio consenso (65%) riceve l’eolico a mare (offshore), che non consuma suolo, rispetta il paesaggio, la biodiversità e le comunità locali. Una tecnologia da incentivare per il 72% degli italiani.
È quanto emerge dal 22° Rapporto “Gli italiani, le rinnovabili e la green & blue economy” con focus su “Gli italiani e il nucleare” realizzato dalla Fondazione UniVerde e da Noto Sondaggi, i cui dati sono stati divulgati oggi al convegno “Amministrazioni locali, transizione energetica ed ecodigital: best practice e opportunità” organizzato nell’ambito della fiera Ecomondo di Rimini con la main partnership di Renexia, con event partner New Energy e trasmesso in diretta streaming su Radio Radicale con collegamento dallo stand di Almaviva.
I commenti
Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde: “le rinnovabili sono sempre più efficienti e competitive e, di anno in anno, migliorano la propria capacità produttiva a differenza del nucleare da fissione, contro cui gli italiani fanno muro e il Rapporto lo evidenzia chiaramente. Proposte come quella di ritornare al ‘vecchio’ nucleare sono obsolete, ideologiche e per lo più affaristiche. Sarebbe assurdo riproporlo in Italia dove i cittadini, per ben due volte, si sono schierati contro. Impossibile è ignorare il tema della sicurezza, poiché resta sempre il problema delle scorie e quello delle perdite radioattive che si verificano nei pressi degli impianti. Ben venga invece la ricerca che sta evolvendo per superare il nucleare da fissione e passare a quello ‘pulito’ basato sulla fusione. L’indipendenza energetica, le transizioni ecologica e digitale, si portano a compimento con le rinnovabili, con la capacità italiana di fare innovazione e le best practice presentate oggi ne sono un chiaro esempio. È questo che ci aspettiamo anche da un eolico offshore ma anche da un agrivoltaico rispettosi del paesaggio, della biodiversità e capaci di creare occupazione green: un grande valore per il futuro energetico dell’Italia”.
Riccardo Toto (Direttore Generale di Renexia): “siamo arrivati a un momento storico importante e gli italiani, come si evince dal rapporto presentato oggi, sono consapevoli del ruolo delle rinnovabili e in particolare dell’eolico offshore. Mai come adesso i tempi sono maturi, abbiamo tutte le competenze e come Renexia, grazie all’accordo siglato con il produttore di turbine eoliche Ming Yang e il MIMIT, siamo pronti a far decollare una filiera industriale nazionale che proietterà l’Italia al centro del mercato del settore eolico per l’area mediterranea. Con le giuste misure governative e investimenti mirati possiamo realmente contribuire al Green deal europeo e far crescere il sistema Italia”.
Paolo Zangrillo, Ministro per la Pubblica Amministrazione, in un messaggio video ha evidenziato che “con l’obiettivo di favorire scelte eco-compatibili e di ridurre il peso burocratico nei confronti di cittadini e imprese, abbiamo avviato un’opera di semplificazione delle procedure. In linea con quanto previsto dal PNRR, siamo intervenuti in materia di controlli sulle imprese, secondo una logica di maggiore efficienza e con un migliore utilizzo delle risorse da parte delle amministrazioni pubbliche”. Per rendere la PA un alleato dell’attività d’impresa, ha ricordato che in Consiglio dei Ministri, a luglio, “abbiamo approvato in via preliminare uno schema di decreto legislativo volto a migliorare il quadro dei regimi amministrativi per la realizzazione, la modifica e il rinnovamento di impianti ad energia rinnovabile” spiegando che “il provvedimento incide su tre punti a seconda della dimensione, della tipologia e della localizzazione degli impianti: attività libera, procedura abilitativa semplificata, autorizzazione unica. Si tratta di un passo significativo verso la standardizzazione delle procedure, con risparmi di tempo e costi per imprese e amministrazioni coinvolte”.
Il convegno è stato aperto dai saluti introduttivi di:
- Alessandra Astolfi (Global Exhibition Director di Ecomondo): “c’è bisogno di occasioni di confronto e collaborazione sui temi della transizione ecologica, un percorso ormai in atto, che tocca direttamente imprese e singoli cittadini, e sta cambiando sempre più il nostro approccio culturale al presente e al futuro. È l’esperienza di Ecomondo che realizza in ogni edizione opportunità di networking fondamentali e porta attenzione sui temi della sostenibilità, per fare sinergia verso gli importanti obiettivi che ci attendono, come cittadini e come Paese, nello scenario globale”.
- Valerio Lucciarini De Vincenzi (Segretario Generale di ALI): “il decisivo contributo di ALI, Autonomie Locali Italiane, ha dato vita alla realtà associativa dei comuni sostenibili più grande d’Europa, la Rete dei Comuni Sostenibili. Una realtà che, attraverso il monitoraggio volontario, sostiene centinaia di comunità locali a territorializzare l’Agenda 2030, armonizzandola alla pianificazione amministrativa. Bene, quindi, le azioni in questo senso di realtà come la Fondazione UniVerde, sono approcci fondamentali per generare sensibilizzazione popolare praticata e non solo predicata”.
- Annalisa Corrado (Deputata al Parlamento Europeo).
Ha fatto seguito l’intervento di Fabrizio Penna (Capo Dipartimento dell’Unità di Missione per il PNRR al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) e, successivamente, si è svolta la presentazione dei dati del 22° Rapporto a cura di Antonio Noto (Direttore di Noto Sondaggi).
I dati
La nuova rilevazione conferma il largo consenso verso l’eolico offshore quale soluzione capace di dare sicurezza energetica al Paese. Per gli italiani è fondamentale incentivare tale tecnologia (72%) ma con un chiaro elenco di priorità: ridurre gli impatti sulla biodiversità marina (47%), salvaguardare le zone di interesse ambientale (46%) e le rotte degli uccelli migratori (38%), riducendo le interferenze con le attività di pesca (26%). Per favorirne lo sviluppo, si dovrebbero velocizzare i tempi di autorizzazione (38%), aumentare i fondi a disposizione (37%), costruire una filiera locale e nazionale per la produzione dei componenti, tra cui turbine, galleggianti, etc. (35%), oltre a investire sullo sviluppo di infrastrutture portuali (20%).
Più in generale, le fonti di energia su cui l’Italia, pensando al futuro, dovrebbe puntare sono in particolare: solare (79%) ed eolico, in particolare l’offshore (65%). Restano stabili i trend di chi ritiene solare ed eolico compatibili con l’ambiente (79% e 71%) e sicuri (75% e 69%). Per la produzione di energia da fonti rinnovabili, i grandi impianti solari dovrebbero essere dislocati sulla copertura di grandi edifici, come centri commerciali, stazioni, ospedali, parcheggi (44% delle preferenze, +3% rispetto al precedente rapporto) mentre quelli eolici a terra sulle colline e nelle aree vocate ma sempre con attenzione al paesaggio (73%).
Dotarsi di un impianto fotovoltaico (21%) si conferma l’intervento considerato prioritario dagli italiani per l’efficienza energetica delle proprie case, seguito da pannelli solari per acqua calda e infissi isolanti e con doppi vetri (15%). Tuttavia, resta alta la percentuale (79%, +3%) di chi ritiene che passare al solare oggi sia dispendioso da sostenere, tecnicamente complesso (60%) e burocraticamente difficile (62%, +3%).
Con riferimento al focus di quest’anno, la fusione nucleare è oggi indicata come la più grande sfida tecnologica per ottenere, in modo sicuro, energia pulita. Tra le priorità di investimento, utili a favorire e ad accelerarne la realizzazione, gli italiani indicano: ricerca e sviluppo (44%), formazione di personale specializzato (20%), costruzione di impianti pilota (19%), collaborazioni internazionali (17%).
Perde punti la percentuale degli italiani che vorrebbe incentivare la ricerca e lo sviluppo nell’idrogeno per la transizione energetica (64%, -9% a confronto con le ultime due rilevazioni).
A seguire, si è svolta la presentazione di best practice e opportunità a cura di:
- Daniele Braccia (Vicepresidente dell’associazione delle ESCo di Italia ‘Federesco’ e CEO di New Energy) ha sottolineato l’importanza del convegno “molto utile per le Amministrazioni, in particolare i Comuni, che sono stati informati sugli incentivi attualmente vigenti in merito all’efficientamento energetico degli edifici destinati a finalità pubbliche, ma anche sulle possibilità a sostegno della piena diffusione sui territori di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Le misure delineate riguardano, in particolare, lo strumento innovativo del Finanziamento Tramite Terzi, che permette di sollevare l’onere finanziario ed economico a carico dell’Ente, uno dei principali ostacoli che i nostri Comuni incontrano. Per qualità e competenze tecniche, New Energy può ricoprire, in questo circuito virtuoso, un ruolo decisivo nella promozione della cultura dell’efficienza energetica nei confronti della Pubblica Amministrazione e delle comunità coinvolte”.
- Massimiliano Evangelista (Director Environment & Agriculture – Strategic Market di Almaviva): “la transizione green è una delle sfide più urgenti e ambiziose del nostro tempo. Le tecnologie digitali giocano un ruolo fondamentale in questo contesto: strumenti come l’intelligenza artificiale, il monitoraggio satellitare, l’Internet of Things e la gestione dei big data offrono possibilità senza precedenti per raccogliere, analizzare e gestire informazioni essenziali sull’ambiente e sulla biodiversità. Non solo, il digitale, che per il Gruppo Almaviva è motore imprescindibile per rendere concreta e scalabile la transizione ecologica, permette una pianificazione più efficiente e intelligente del territorio, accelera la riduzione delle emissioni e supporta decisioni più consapevoli, favorendo il bilanciamento tra sviluppo economico e rispetto per l’ecosistema”.
I lavori sono proseguiti con il saluto istituzionale della Presidente del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti: “per affrontare il problema del cambiamento climatico è importante accompagnare famiglie e processi produttivi della PMI per garantire competitività nella sfida della transizione ecologica. In quest’ottica è necessario puntare ad accelerare tutte le politiche di conversione verso una piena sostenibilità ambientale, economica e sociale, superando il conflitto tra lavoro e ambiente e valorizzando l’insieme di potenzialità e spazi che questo cambiamento offre, soprattutto alle generazioni più giovani, in termini di impiego. La Regione Emilia-Romagna per prima in Italia ha creduto nelle Comunità energetiche rinnovabili, creando anche una legge ad hoc, e continuerà a mantenere il suo impegno nel sostenerle. L’Emilia-Romagna ha inoltre approvato un Piano energetico regionale che ha come obiettivi la riduzione delle emissioni climalteranti del 40% al 2030, rispetto ai livelli del 1990, l’incremento al 27% al 2030 della quota di copertura dei consumi, attraverso l’impiego di fonti rinnovabili, e sempre al 2030 l’incremento dell’efficienza energetica al 27%”.
Sul ruolo strategico dei grandi e piccoli Comuni italiani per favorire la transizione energetica ed EcoDigital del Paese, sono intervenuti, con pitch in presenza, collegamenti da remoto e videomessaggi, Sindaci e Amministratori locali da tutta Italia: Gaetano Manfredi (Sindaco di Napoli), Jose Marano (Deputata, Vice Presidente Commissione Ambiente, Territorio e Mobilità e Presidente Intergruppo EcoDigital dell’Assemblea Regionale Siciliana), Salvatore Quinci (Sindaco di Mazara del Vallo), Andrea Biancani (Sindaco di Pesaro), Maria Aida Episcopo (Sindaca di Foggia), Stefania Fornaro (Assessore all’Ambiente di Taranto), Fabrizia Pecunia (Sindaca di Riomaggiore), Stefano Pisani (Sindaco di Pollica), Raimondo Innamorato (Sindaco di Noicattaro), Luca Lopomo (Sindaco di Crispiano), Rosaria Succurro (Sindaca di San Giovanni in Fiore), Gregorio Pecoraro (Sindaco di Manduria), Luca Possanzini (Sindaco di Mergo), Marco Rizzo (Sindaco di Castellabate), Arcangelo Di Cola (Vicesindaco di Monte San Biagio), Gianluca Carrabs (Consigliere comunale di Urbino).
Grazie alla presenza di importanti Istituzioni nazionali e rappresentanti locali, oltre a players e stakeholders, il convegno, moderato da Gianni Todini (Direttore di Askanews), ha permesso di illustrare temi chiave ed opportunità per abilitare politiche di pianificazione, a tutti i livelli, a supporto delle transizioni energetica, ecologica ed ecodigital, con particolare riferimento allo sviluppo delle tecnologie rinnovabili insieme al contributo di imprese innovative per portare a compimento questi fondamentali processi.