Eruzione Etna: il vulcano sprigiona fumi incandescenti ad oltre 1000°C

Le colate emesse dai crateri raggiungono temperature comprese tra 1050°C e 1150°C. Questo calore intenso si diffonde nell'ambiente, riscaldando l'aria circostante
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L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, ha recentemente comunicato la ricaduta di cenere vulcanica nelle località di Milo e Torre Archirafi, con le emissioni localizzate in prossimità del cratere Bocca Nuova a circa 3000 metri di quota. Questa situazione solleva l’interesse su come le temperature sulle cime dell’Etna variano durante le eruzioni.

Incremento della temperatura

Le eruzioni dell’Etna comportano un marcato incremento della temperatura sulle sue cime, dovuto a diversi fattori chiave:

1. Colate laviche: Le colate emesse dai crateri raggiungono temperature comprese tra 1050°C e 1150°C. Questo calore intenso si diffonde nell’ambiente, riscaldando l’aria circostante.

2. Flusso di calore dal sottosuolo: L’attività eruttiva stimola un aumento del flusso geotermico, intensificando il riscaldamento della superficie e dell’atmosfera.

3. Gas vulcanici: L’emissione di gas caldi da crateri e fumarole contribuisce ulteriormente all’aumento della temperatura, rendendo le aree sommitali dell’Etna più calde.

Eruzione Etna

Distribuzione irregolare delle temperature

Le variazioni di temperatura durante un’eruzione non sono uniformi su tutta la superficie del vulcano. Le aree prossime ai crateri attivi e alle colate laviche registrano gli incrementi di temperatura più significativi, mentre le zone più distanti dai punti di emissione mostrano variazioni meno intense.

Impatto sulle condizioni atmosferiche

L’aumento della temperatura legato all’attività eruttiva influisce anche sulle condizioni atmosferiche locali:

1. Formazione di nuvole: Il calore e l’umidità prodotti dalle eruzioni favoriscono la formazione di nubi sopra le cime, anche in giornate inizialmente serene.

2. Correnti ascensionali: L’aria calda tende a salire, generando correnti verticali che possono influenzare la dispersione di ceneri e gas. Queste correnti contribuiscono a diffondere le particelle vulcaniche in diverse direzioni, modificando la qualità dell’aria.

L’INGV effettua un costante monitoraggio delle temperature e dell’attività vulcanica sull’Etna attraverso l’uso di strumentazioni avanzate. Tra queste vi sono telecamere termiche e sensori a infrarossi, che rilevano la temperatura delle colate e delle fontane di lava, e stazioni meteorologiche, che registrano le variazioni della temperatura dell’aria.

Questi dati sono cruciali per comprendere l’evoluzione delle eruzioni e prevedere i rischi per la popolazione e l’ambiente. Le variazioni termiche possono verificarsi in modo rapido e significativo, rendendo le condizioni sulle cime dell’Etna dinamiche e potenzialmente pericolose per chi si trova nelle vicinanze.

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