Secondo le previsioni dello Space Weather Prediction Center della NOAA, il 7 novembre la Terra potrebbe essere colpita da una tempesta geomagnetica classe G1, a seguito di una CME (Coronal Mass Ejection) o espulsione di massa coronale emessa da una macchia solare particolarmente attiva, denominata AR3883. La CME è stata scagliata nello Spazio il 3 novembre da un brillamento solare di classe M3.8. Questo fenomeno, pur considerato di bassa intensità, potrebbe comunque generare effetti sui sistemi satellitari e sulle comunicazioni radio a onde corte, oltre a possibili aurore visibili a latitudini elevate.
Cos’è un brillamento solare?
Un brillamento solare è un’improvvisa e intensa esplosione di energia proveniente dalla superficie del Sole, tipicamente da aree altamente attive dove si trovano macchie solari. Queste esplosioni sono provocate da rapidi cambiamenti nel campo magnetico solare, che rilascia una grande quantità di energia sotto forma di radiazioni elettromagnetiche. I brillamenti solari vengono classificati in base alla loro intensità in classi A, B, C, M e X, dalla più debole alla più intensa. Nel caso del brillamento solare che ha generato la CME del 3 novembre, si tratta di un evento di classe M3.8, che indica un brillamento intermedio, abbastanza potente da generare effetti significativi come l’espulsione di massa coronale (CME) e perturbazioni nelle comunicazioni radio.
Cos’è una CME (Coronal Mass Ejection)?
Una CME, o espulsione di massa coronale, è un’enorme nube di particelle cariche (plasma), principalmente protoni ed elettroni, che viene espulsa dalla corona solare nello Spazio. Le CME sono spesso generate da brillamenti solari o da altre instabilità nella corona del Sole. Quando una CME viaggia nello Spazio e colpisce la Terra, può interagire con il campo magnetico terrestre, causando disturbi nel campo magnetico planetario. La velocità di una CME può variare notevolmente, e il tempo che impiega a raggiungere la Terra dipende sia dalla sua velocità iniziale che dalla distanza percorsa. Queste espulsioni possono avere effetti significativi, dalle aurore polari fino alle interferenze con le comunicazioni satellitari e le reti elettriche.
Cos’è una tempesta geomagnetica?
Le tempeste geomagnetiche sono perturbazioni del campo magnetico terrestre causate da interazioni tra il vento solare e la magnetosfera del nostro pianeta. Quando una CME o una raffica di vento solare particolarmente potente raggiunge la Terra, le particelle cariche interagiscono con il campo magnetico terrestre, deformandolo e provocando una serie di reazioni nelle regioni polari. La NOAA classifica le tempeste geomagnetiche in 5 livelli, dalla classe G1 (debole) alla G5 (estrema). Gli effetti delle tempeste di classe G1, come quella attesa il 7 novembre, includono lievi disturbi nelle comunicazioni satellitari e nelle trasmissioni radio, oltre alla possibilità di aurore visibili in aree vicine ai poli. Tuttavia, tempeste geomagnetiche di intensità maggiore possono danneggiare i satelliti, influire sulle reti elettriche e disturbare le comunicazioni in modo significativo.