Corsi d’acqua più belli, vivi e sicuri, grazie ai fiori selvatici: è un progetto di collaborazione scientifica fra Consorzio di bonifica Toscana Nord e Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari, Agro-ambientali dell’Università di Pisa, che si pone un obbiettivo ambizioso nell’arco di due anni, cioè sfruttare le potenzialità della natura per rinforzare gli argini, ridurre il rischio idraulico, tutelare la biodiversità ed abbattere i costi di manutenzione. La ricerca, che conferma la Toscana come “laboratorio a cielo aperto” della Bonifica italiana, si chiama “Argini fioriti – wildflowers” e studierà alcune piante autoctone, presenti all’interno del comprensorio consorziale, per sfruttarne al meglio le proprietà specifiche.
Si tratta di specie erbacee che, pur avendo una crescita ridotta per non ostacolare il normale deflusso dell’acqua in alveo, sono capaci di contrastare i fenomeni erosivi superficiali da dilavamento, garantendo argini più solidi e, al tempo stesso, producendo una grande quantità di fiori utili per la riqualificazione del paesaggio rurale, ma anche fonte alimentare per gli insetti impollinatori.
“E’ questa un’ulteriore iniziativa, che si inserisce nell’attenzione, che i Consorzi di bonifica ed irrigazione dedicano a coniugare gestione idraulica e biodiversità: è la cosiddetta manutenzione gentile, rispettosa degli ecosistemi e degli habitat naturali; si tratta di interventi mirati di pulizia nei corsi d’acqua e che permettono di mantenere fasce di vegetazione ripariale lungo l’alveo nei periodi più delicati per la fauna e la flora locali”, sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
Le altre reazioni
“Insomma, fiumi sempre sicuri, belli e ricchi di biodiversità: un valore aggiunto per tutti i territori che, aumentando il decoro dei corsi d’acqua, diventano più piacevoli e vivibili”, aggiunge il Presidente del Consorzio di bonifica Toscana Nord, Ismaele Ridolfi.
“Non solo – evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Puntiamo a far sì che esperienze innovative come questa diventino patrimonio comune del nostro mondo, disseminandole lungo la Penisola. Per questo, l’accordo prevede anche il finanziamento di una borsa di ricerca per l’approfondimento degli aspetti botanici, agronomici e idraulici legati agli interventi previsti”.
“L’accordo di collaborazione fra Consorzio di bonifica Toscana Nord ed Ateneo di Pisa si svilupperà seguendo tappe ben precise – precisa Nicola Silvestri, docente universitario, referente per il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-Ambientali – Entro il mese di dicembre saranno individuati i tratti dei corsi d’acqua, dove procedere all’impianto delle nuove specie, privilegiando aste a ridotta intensità idraulica ed inserite in contesti agricoli o naturali. Nel corso del primo semestre 2025 si procederà con la messa a dimora delle specie selezionate, mentre nel semestre successivo verranno valutati gli effetti prodotti sia in termini ambientali che di gestione idraulica. Nel 2026 si effettuerà una nuova campagna di semina o trapianto per annullare eventuali fallanze, che si fossero prodotte e ad arricchire ulteriormente la comunità floristica. Il conseguente monitoraggio dei risultati ottenuti consentirà di valutare la possibile estensione degli interventi anche ad altre porzioni della rete idraulica superficiale”.