Firenze e Pisa sott’acqua: il racconto della grande piena dell’Arno di cinque anni fa

La situazione si presentò più grave a Pisa, dove l'Arno raggiunse l'impressionante altezza di 4.80 metri, oltrepassando il secondo livello di guardia. La città si trovò ad affrontare una "lunga piena", un fenomeno prolungato che mise a dura prova le infrastrutture di contenimento
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L’alluvione che colpì la Toscana il 17 novembre 2019 rimane impressa nella memoria collettiva come un evento di straordinaria portata. L’Arno, arteria fluviale che attraversa il cuore della regione, raggiunse livelli allarmanti, mettendo a dura prova le difese idrauliche e la resilienza delle comunità locali. A Firenze, sebbene il fiume non abbia superato il secondo livello di guardia, la situazione si rivelò comunque critica. La città del Rinascimento si trovò a fronteggiare allagamenti significativi, con il sottopasso del viadotto dell’Indiano reso impraticabile e numerose arterie stradali compromesse, causando notevoli disagi alla circolazione urbana.

Alluvione Firenze 2019

La situazione si presentò ancora più grave a Pisa, dove l’Arno raggiunse l’impressionante altezza di 4.80 metri, oltrepassando il secondo livello di guardia. La città si trovò ad affrontare una “lunga piena”, un fenomeno prolungato che mise a dura prova le infrastrutture di contenimento e richiese un’attenzione costante da parte delle autorità e dei cittadini.

Alluvione Firenze 2019 Arno

L’efficacia delle misure preventive si dimostrò cruciale in questa emergenza. Lo Scolmatore e la cassa di espansione di Roffia giocarono un ruolo fondamentale nel contenere la furia delle acque, prevenendo potenziali esondazioni nel territorio pisano. Queste infrastrutture, frutto di una pianificazione attenta e lungimirante, si rivelarono essenziali per mitigare l’impatto dell’evento calamitoso.

La gravità della situazione non si limitò alle aree lungo l’Arno. Il maltempo colpì duramente anche altre zone della Toscana, con il Grossetano particolarmente flagellato da piogge intense. Una tromba d’aria si abbatté sui comuni di Orbetello e Manciano, lasciando dietro di sé una scia di danni. Inoltre, il fiume Cecina straripò, aggiungendo ulteriori criticità al già complesso quadro emergenziale.

Le autorità, di fronte all’eccezionalità dell’evento, adottarono misure straordinarie per salvaguardare l’incolumità dei cittadini. A Cecina, circa 500 persone furono evacuate in via precauzionale, una decisione che sottolinea l’importanza di un approccio proattivo nella gestione delle emergenze idrogeologiche.

Questo evento meteorologico estremo ha messo in luce l’importanza di un sistema integrato di gestione delle emergenze e la necessità di infrastrutture idrauliche all’avanguardia. Ha inoltre evidenziato come la preparazione e la prevenzione siano elementi chiave per affrontare efficacemente le sfide poste dai cambiamenti climatici e dai fenomeni meteorologici sempre più intensi e frequenti.

L’alluvione del 17 novembre 2019 rimarrà nella storia della Toscana non solo come un momento di crisi, ma anche come un’opportunità per riflettere sull’importanza della tutela del territorio e sulla necessità di investire in strategie di adattamento e mitigazione per il futuro.

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