Clima, frequenze in aumento: i tempi di ritorno delle alluvioni non sono più gli stessi

Le strategie di pianificazione basate sui dati storici, in cui si assumeva che certi fenomeni si verificassero a intervalli lunghi, non sono più affidabili
MeteoWeb

Le alluvioni nelle regioni mediterranee, come Valencia, hanno una lunga e documentata storia. Fenomeni di questo tipo sono da sempre comuni a causa delle caratteristiche climatiche e geografiche della regione, caratterizzata da precipitazioni intense che si concentrano in brevi periodi. Tuttavia, la crescente frequenza di tali eventi ha sollevato una questione critica: come cambiano i tempi di ritorno e quali sono le conseguenze.

Storicamente, gli eventi alluvionali estremi si verificavano ogni 200-300 anni, ma oggi questa frequenza si sta riducendo drasticamente. Eventi che un tempo erano considerati rari stanno diventando molto più comuni. Questo cambiamento è in gran parte attribuito al cambiamento climatico: l’aumento delle temperature globali sta accelerando il ciclo idrologico, portando a precipitazioni più intense e concentrate. In pratica, il riscaldamento globale causa una maggiore evaporazione e, di conseguenza, un aumento delle quantità di vapore acqueo nell’atmosfera. Questa umidità si traduce poi in piogge molto più violente, che spesso sfociano in alluvioni.

Dati AEMET alluvione Spagna

Questo cambiamento nei tempi di ritorno ha importanti implicazioni per la gestione del rischio idrogeologico. Le strategie di pianificazione basate sui dati storici, in cui si assumeva che certi fenomeni si verificassero a intervalli lunghi, non sono più affidabili. I nuovi scenari climatici richiedono un adattamento urgente. La pianificazione e la gestione del territorio devono prendere in considerazione non solo i dati passati ma anche le proiezioni future, basate su modelli che includono gli effetti del cambiamento climatico.

Diventa così indispensabile adottare un approccio proattivo e adattativo. Occorre passare dalla semplice risposta emergenziale a misure di lungo termine che riducano l’esposizione e la vulnerabilità al rischio alluvionale. Tra queste misure vi sono l’adeguamento delle infrastrutture di drenaggio, l’espansione delle zone verdi e naturali per migliorare l’assorbimento dell’acqua e politiche di costruzione che limitino l’urbanizzazione nelle aree più a rischio.

In sintesi, l’aumento della frequenza degli eventi alluvionali estremi sottolinea la necessità di ripensare le strategie di gestione del rischio in modo da affrontare i nuovi scenari climatici. Solo un approccio consapevole e basato sui rischi attuali può permettere alle regioni mediterranee di adattarsi e ridurre l’impatto devastante di future alluvioni.

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