Il G20 di Rio de Janeiro ha lanciato un segnale importante in vista della Cop29 di Baku, sollecitando un’accelerazione sulla finanza climatica. Tuttavia, diversi osservatori hanno sottolineato che il silenzio dei leader mondiali sui combustibili fossili potrebbe frenare gli sforzi per contrastare il riscaldamento globale. Nonostante ciò, nella dichiarazione finale del G20 è stato espresso un forte impegno a favore di un accordo sulla “riforma dell’architettura finanziaria internazionale“, con una richiesta esplicita alle delegazioni presenti a Baku di “accelerare” per giungere a un’intesa che favorisca in particolare i Paesi in via di sviluppo.
Il segretario esecutivo dell’Unfcc, Simon Stiell, ha sottolineato durante la conferenza stampa che i leader mondiali hanno fornito indicazioni chiare in merito alla direzione da seguire a Baku. “Ora è urgente che tutte le nazioni evitino di fare i capricci e si muovano rapidamente verso un terreno comune, su tutti i temi“, ha dichiarato Stiell. Questa dichiarazione ha dato nuova energia alle discussioni sugli obiettivi di finanza climatica, che erano in stallo da alcuni giorni, con i negoziatori, secondo il think tank Carbon Brief, che stanno valutando una soluzione basata su “contributi volontari” da parte delle singole nazioni.
G20 e la finanza climatica: un passo avanti, ma senza chiari segnali sui combustibili fossili
Il G20 ha anche discusso l’espansione della base dei donatori del Fondo per lo sviluppo della Banca Mondiale, un’iniziativa che, secondo gli analisti di Ecco, potrebbe rappresentare un esempio per persuadere Paesi come la Cina e l’India ad aumentare i loro contributi anche per l’azione climatica in occasione della Cop29. Tuttavia, il think tank ha avvertito che “senza un chiaro percorso di transizione dai combustibili fossili, il mondo rimane su una strada pericolosa“. In effetti, nella dichiarazione finale del G20 non si fa alcun riferimento al “transitioning away” dalle energie fossili, un obiettivo già concordato alla Cop28 di Dubai. Questo silenzio, secondo alcuni negoziatori, potrebbe indebolire le discussioni previste a Baku.
Un segnale positivo in questo contesto è arrivato dalla decisione del Regno Unito di unirsi, insieme a Colombia e Nuova Zelanda, alla Coalizione per l’abbandono dei sussidi fossili. Le ong hanno accolto favorevolmente questa mossa, interpretandola come un chiaro segnale della volontà del leader britannico Keir Starmer di assumere il ruolo di guida nella diplomazia climatica, un ruolo che gli Stati Uniti avevano abbandonato. Inoltre, il Regno Unito, che ha ospitato l’ultima Cop tra i Paesi sviluppati, è stato incaricato, insieme al Brasile, di supportare la Presidenza azera nelle delicate negoziazioni di quest’anno.