Gelo record: -23°C in Scozia e 20 cm di neve a Parigi, la notte che fece la storia

Il 14 novembre 1919, a Braemar, sui monti Grampiani in Scozia, si registrò una temperatura minima di -23,3°C. A Parigi, tra il 14 e il 15 novembre, si verificò una nevicata di proporzioni storiche
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Nel novembre del 1919, l’Europa nord-occidentale fu colpita da un’eccezionale ondata di freddo che lasciò un’impronta indelebile nella storia meteorologica del vecchio Continente. Questo evento straordinario si manifestò con temperature estremamente basse e copiose nevicate, segnando un record climatico che ancora oggi rimane oggetto di studio e discussione tra gli esperti del settore.

La Gran Bretagna fu particolarmente colpita da questa ondata di gelo. Il 14 novembre 1919, a Braemar, sui monti Grampiani in Scozia, si registrò una temperatura minima di -23,3°C, stabilendo il record per la temperatura più bassa mai registrata in novembre nel Regno Unito. Questo dato non solo rappresenta la temperatura più bassa per il mese di novembre, ma detiene anche il primato per la più precoce registrazione di una temperatura inferiore a -20°C nel paese. Il giorno successivo, il 15 novembre, la temperatura in questa località scozzese si mantenne su valori estremamente bassi, toccando i -22,8°C.

Neve Parigi e Senna ghiacciata

L’impatto di questa ondata di freddo fu così significativo che l’intero mese di novembre 1919 si distinse come il più freddo mai registrato nel Regno Unito, con una temperatura media di soli 2,3°C. Questo dato evidenzia la portata eccezionale dell’evento, che influenzò in modo sostanziale le condizioni climatiche dell’intero periodo.

Anche la Francia non fu risparmiata da questo fenomeno meteorologico estremo. A Parigi, tra il 14 e il 15 novembre, si verificò una nevicata di proporzioni storiche, la più intensa nel mese di novembre dal 1887. La capitale francese si ritrovò sotto una coltre di neve che superò i 20 centimetri di spessore, mentre in altre zone del paese, come a Besançon, l’accumulo nevoso raggiunse i 25 centimetri. In alcune aree, l’altezza della neve si avvicinò addirittura ai 30 centimetri.

Il 15 novembre, Parigi rimase stretta nella morsa del gelo, con la temperatura che non superò lo zero per l’intera giornata. La massima registrata quel giorno fu di -0,7°C, un valore eccezionalmente basso per la città in quel periodo dell’anno.

È interessante notare che questo evento meteorologico estremo si verificò poco dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, coincidendo con il primo anniversario dell’armistizio dell’11 novembre. L’11 novembre 1919 segnò infatti l’inizio di un periodo particolarmente rigido e invernale, che culminò nei giorni successivi con le temperature record e le abbondanti nevicate descritte.

Questo episodio si inserisce in un contesto climatico più ampio dell’inizio del XX secolo, caratterizzato da una tendenza verso estati più fresche e inverni più rigidi rispetto ai decenni successivi. L’eccezionalità dell’evento del novembre 1919 lo rende un punto di riferimento importante negli studi climatologici e meteorologici della regione, offrendo preziose informazioni sulla variabilità climatica e sugli estremi meteorologici in Europa.

In conclusione, l’ondata di freddo del novembre 1919 rappresenta un evento meteorologico di portata storica, che ha lasciato un’impronta significativa nei registri climatici dell’Europa nord-occidentale. La sua intensità e durata eccezionali continuano a suscitare l’interesse degli studiosi del clima, fornendo importanti spunti per la comprensione dei fenomeni meteorologici estremi e delle loro implicazioni sul lungo periodo.

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