Un nuovo studio dell’Università di Liegi, pubblicato su Geophysical Research Letters, evidenzia un’accelerazione senza precedenti dello scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia, con potenziali effetti devastanti sul livello del mare. Il contributo della Groenlandia al rialzo del livello marino potrebbe arrivare fino a un metro entro la fine del secolo, mettendo a rischio milioni di persone nelle aree costiere del mondo.
Secondo lo studio, la Groenlandia sta perdendo attualmente circa il 25% del contributo globale all’innalzamento del livello del mare, pari a 0,6 millimetri all’anno. Tuttavia, questo tasso potrebbe aumentare notevolmente: le proiezioni indicano che la calotta glaciale potrebbe perdere tra 964 e 1735 gigatonnellate di ghiaccio all’anno entro il 2100, a seconda del modello di previsione utilizzato.
Il principale fattore di incertezza tra i modelli riguarda il comportamento dell’acqua di scioglimento. Una parte dell’acqua che si forma con il riscaldamento si infiltra nel ghiaccio, mentre il resto scorre direttamente nell’oceano. Questo processo complesso è influenzato dall’albedo, ovvero la riflettività della superficie, e dalle interazioni tra il ghiaccio, l’atmosfera e l’oceano. Le differenze tra i modelli di simulazione derivano proprio da questi fattori.
L’ingegnere Quentin Glaude, uno degli autori dello studio, ha sottolineato che, se non si ridurranno drasticamente le emissioni di gas serra, lo scioglimento dei ghiacci sarà un processo irreversibile. La ricerca, resa possibile dall’uso di avanzate tecnologie di calcolo, compresi i supercomputer dell’Università di Liegi, avverte che l’impatto di questo fenomeno potrebbe essere catastrofico per le popolazioni costiere, esponendole a gravi rischi di inondazioni.