Un nuovo studio solleva interrogativi sull’utilità di estendere la vaccinazione contro il papillomavirus umano (HPV) agli adulti di età compresa tra i 27 e i 45 anni. La ricerca, pubblicata sulla rivista Annals of Internal Medicine e condotta dai ricercatori della Laval University di Quebec City, evidenzia come tale strategia potrebbe non essere conveniente né efficiente per la prevenzione dei tumori legati a questo patogeno.
Il team, guidato da Marc Brisson, ha impiegato modelli previsionali per analizzare gli effetti della somministrazione del vaccino anti-HPV su questa fascia d’età. “In tutti gli scenari esaminati“, spiegano i ricercatori, “la vaccinazione contro l’HPV era molto più conveniente tra gli individui di età pari o inferiore a 26 anni“. I dati suggeriscono che una campagna di immunizzazione dedicata ai giovani risulterebbe non solo più efficace ma anche economicamente vantaggiosa rispetto a un approccio generalizzato per gli adulti tra 27 e 45 anni.
Nel giugno 2019, l’US Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP) aveva introdotto una raccomandazione per un “processo decisionale clinico condiviso” sulla vaccinazione degli adulti nella fascia 27-45 anni. Tuttavia, i risultati di questo studio indicano che i benefici della vaccinazione in questa popolazione potrebbero essere limitati, soprattutto in termini di costo-beneficio.
I ricercatori hanno anche individuato un sottogruppo specifico di donne che potrebbero trarre maggior beneficio dal vaccino: “Le donne di mezza età, sottoposte a screening poco frequente, con maggiore attività sessuale e che si sono recentemente separate, hanno prodotto il più basso rapporto costi-benefici incrementale e il più basso numero necessario di vaccinazioni per prevenire l’infezione rispetto ad altri sottogruppi“.
Nonostante ciò, gli autori concludono che “la vaccinazione contro l’HPV negli individui di età inferiore ai 26 anni risulta significativamente più conveniente ed efficace rispetto alle campagne destinate alle fasce di età superiore“.
Questi risultati potrebbero influenzare le politiche sanitarie relative all’immunizzazione contro l’HPV, sottolineando l’importanza di concentrare gli sforzi su strategie mirate e sostenibili.