I fiumi hanno un DNA: il progetto che svela i segreti microbici delle acque

La possibilità di utilizzare i microbiomi come indicatori ambientali e strumenti di gestione rappresenta un passo avanti rivoluzionario
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La crescente pressione antropogenica sui corsi d’acqua, aggravata dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento, impone nuove sfide per preservare la qualità delle risorse idriche e comprendere i cicli biogeochimici che regolano gli ecosistemi fluviali. In questo contesto, uno studio innovativo condotto da Mikayla A. Borton e colleghi ha portato alla creazione del Genome Resolved Open Watersheds database (GROWdb), un catalogo funzionale dei microbiomi fluviali costruito attraverso un progetto di scienza partecipativa che coinvolge un’ampia rete di ricercatori e volontari in Nord America.

L’ambizione di mappare il microbioma fluviale

Fino ad oggi, l’analisi dei microbiomi fluviali era limitata da campionamenti isolati e dalla mancanza di una prospettiva genomica. Lo studio, pubblicato di recente, rappresenta un salto qualitativo: il GROWdb copre il 90% dei bacini idrografici statunitensi, offrendo una mappatura dettagliata delle identità microbiche, delle loro funzioni e della loro espressione genica. Questo approccio consente di decifrare il ruolo cruciale dei microrganismi nella regolazione dei cicli degli elementi, rendendo i microbiomi prevedibili su scala locale e regionale.

Il database comprende genomi appartenenti a 27 phyla microbici, con l’identificazione di nuovi membri di 10 famiglie e 128 generi. In questo modo, lo studio definisce il microbioma fluviale fondamentale a livello genomico, ponendo le basi per una comprensione più profonda dei processi microbici che influenzano la qualità dell’acqua e la funzionalità degli ecosistemi fluviali.

Il contributo del GROWdb: scienza collaborativa per il futuro delle acque

Il progetto GROWdb rappresenta un esempio di scienza comunitaria di successo. Grazie al coinvolgimento di una rete collaborativa, è stato possibile accelerare il campionamento e l’analisi genomica, integrando dati geospaziali per offrire un quadro completo dei fattori locali e regionali che modellano le comunità microbiche nei fiumi. Questi dati sono stati analizzati per comprendere come la distribuzione microbica sia influenzata da condizioni ambientali come il clima, la topografia e le attività antropiche.

La vera forza del GROWdb risiede nella sua accessibilità: attraverso piattaforme digitali collaborative, il database è stato reso disponibile a scienziati, ingegneri ambientali e gestori delle risorse idriche, permettendo applicazioni che spaziano dalla modellazione predittiva alla pianificazione sostenibile dei bacini idrografici.

Nuove ipotesi per la scienza fluviale

Uno degli sviluppi più significativi dello studio è l’ampliamento del concetto di River Continuum Concept (RCC). Questo modello classico della limnologia propone che le caratteristiche fisiche e biologiche dei corsi d’acqua cambino in modo prevedibile lungo il continuum del fiume, dalla sorgente alla foce. L’integrazione del RCC con l’espressione dei tratti funzionali microbici suggerisce che anche la struttura e la funzione dei microbiomi fluviali possano essere previste, aprendo la strada a nuove ipotesi sul funzionamento degli ecosistemi.

Verso una gestione basata sui microbiomi

La possibilità di utilizzare i microbiomi come indicatori ambientali e strumenti di gestione rappresenta un passo avanti rivoluzionario. Grazie al GROWdb, i gestori delle risorse idriche potranno prevedere come i cambiamenti climatici, l’inquinamento e le alterazioni del territorio influenzano le comunità microbiche e, di conseguenza, la qualità dell’acqua. Questi dati potrebbero essere utilizzati per sviluppare pratiche di gestione più efficaci e per implementare strategie di ripristino ecologico che si basano sulle interazioni microbiche naturali.

Un futuro promettente per l’ecologia microbica

Lo studio di Mikayla A. Borton e colleghi non solo colma una lacuna cruciale nella comprensione dei microbiomi fluviali, ma inaugura una nuova era per la ricerca ecologica e la gestione delle risorse idriche. Con il GROWdb, gli scienziati hanno a disposizione uno strumento potente per comprendere i complessi meccanismi che regolano gli ecosistemi fluviali e per affrontare le sfide poste dall’impatto umano sugli ambienti naturali.

Mentre il mondo affronta crisi idriche sempre più frequenti, la possibilità di prevedere e mitigare gli effetti dell’attività umana attraverso una gestione basata sui microbiomi potrebbe rappresentare una svolta fondamentale per garantire un futuro sostenibile alle risorse idriche globali.

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