Un Paese tra speranza e timore: è questa l’immagine che emerge dalla nuova indagine di Bain & Company Italia presentata alla terza edizione dei Bain Digital (R)Evolution Awards a Milano, evento dedicato all’eccellenza nell’adozione delle tecnologie emergenti. Lo studio ha evidenziato che, mentre l’82% dei giovani vede l’intelligenza artificiale (Ai) come una forza di cambiamento epocale per il mondo del lavoro, ben l’85% esprime profonde preoccupazioni etiche e legate alla privacy.
La ricerca sottolinea che l’Ai non è più una scelta ma una realtà già in atto: sette italiani su dieci credono che trasformerà radicalmente il modo di lavorare. I giovani, in particolare, si dichiarano in prima linea nel credere nel potenziale di questa tecnologia. I settori che subiranno le maggiori trasformazioni sono gaming, telecomunicazioni, tecnologia, istruzione e logistica. Tuttavia, l’Ai non è percepita solo come una forza lavoro: un italiano su due ritiene che possa diventare un alleato chiave per la sostenibilità ambientale, nonostante il dibattito su data center e consumi energetici.
Innovazione e preoccupazioni etiche
Le innovazioni continuano a suscitare curiosità e interesse: i dispositivi wearable potenziati dall’Ai, capaci di eliminare la necessità di smartphone e tablet, promettono un incremento d’interesse del +90% nei prossimi 12 mesi. Inoltre, la robotica, considerata sempre meno fantascienza, viene vista come una possibile miglioria per il lavoro da metà degli italiani. Tra i giovani, il 64% guarda al futuro con ottimismo, mentre solo una minoranza del 12% teme conseguenze negative.
Nonostante l’entusiasmo, l’85% degli intervistati non nasconde le proprie ansie: questioni etiche e di privacy si confermano come il lato oscuro di questa rivoluzione tecnologica.
La “synthimacy” e il ruolo della comunicazione iper-personalizzata
Secondo lo studio, la robotica impatterà maggiormente nei settori della tecnologia, energia e manifattura. Un aspetto curioso emerso è il concetto di synthimacy – intimità sintetica – che, con un aumento di interesse del +41% nei prossimi mesi, apre la strada a nuove dinamiche nelle interazioni uomo-macchina.
In ambito comunicativo, le preferenze degli italiani si evolvono: mentre WhatsApp e social media continuano a guadagnare terreno come canali preferiti da oltre il 40% della popolazione, l’email resta il mezzo prediletto per otto persone su dieci. Tuttavia, distinguersi è essenziale: solo chi offre comunicazioni iper-personalizzate riesce a catturare l’attenzione del pubblico.
La Generative Ai, lo strumento del momento, sembra convincere gli italiani: oltre il 70% riconosce e apprezza le pubblicità create con questa tecnologia, e il 30% le definisce straordinariamente creative e audaci.
Un Paese sospeso tra opportunità e rischi
“La contraddizione che segna l’Italia di oggi è evidente: l’82% dei giovani crede nella rivoluzione Ai, ma l’85% teme le sue implicazioni”, commenta Pierluigi Serlenga, Managing Partner di Bain & Company Italia. “Il futuro è già qui: l’Italia sarà leader o spettatrice? La risposta dipende da come affronteremo questa rivoluzione tecnologica, etica e sociale. Non è più tempo di aspettare. È tempo di agire”.
L’indagine dipinge un Paese che osserva con entusiasmo le opportunità straordinarie dell’Ai, ma che non può ignorare i rischi che questa tecnologia comporta. Se il futuro sarà brillante o problematico, dipenderà dall’equilibrio tra innovazione e attenzione ai valori fondamentali della società.