Il gigante addormentato alle porte di Roma: e se il vulcano laziale si risvegliasse?

Nonostante l’apparente tranquillità, il complesso vulcanico dei Colli Albani presenta fenomeni che richiedono un costante monitoraggio, tra cui emissioni gassose, deformazioni del suolo e una modesta attività sismica
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La storia geologica del complesso vulcanico dei Colli Albani è straordinariamente antica e articolata, con un’attività iniziata circa 600.000 anni fa. Questo vulcano, situato a sud-est di Roma, ha attraversato tre principali fasi evolutive che hanno modellato il suo aspetto e le sue caratteristiche attuali. La prima, nota come fase del Tuscolano-Artemisio, si è verificata tra 600.000 e 350.000 anni fa. Successivamente, si è sviluppata la fase delle Faete, tra 350.000 e 270.000 anni fa, seguita infine dalla fase idromagmatica, compresa tra 270.000 e 20.000 anni fa.

Il complesso si distingue per le sue dimensioni e la struttura imponente. Sebbene non sia direttamente paragonabile all’Etna in termini di grandezza, il Distretto Vulcanico dei Colli Albani copre un’area significativa, con una caldera di circa 8-10 km di diametro e una superficie complessiva di prodotti vulcanici che si estende su circa 1600 km². Questa vastità testimonia la potenza delle eruzioni che hanno caratterizzato il vulcano nel corso del tempo.

Vulcano Colli Albani

Tra le particolarità di questo sistema vulcanico spiccano i laghi di Nemi e Albano, due esempi ben conservati di laghi craterici formatisi durante la fase finale dell’attività eruttiva. Questi specchi d’acqua rappresentano oggi un elemento paesaggistico e geologico di grande fascino, collegato direttamente alla storia vulcanica della regione.

Dal punto di vista della sua attività, il vulcano è considerato quiescente, non estinto. Le ultime eruzioni significative sono datate tra 20.000 e 36.000 anni fa, a seconda delle fonti, e la possibilità di un ciclo eruttivo di circa 38-40.000 anni è una stima suggestiva, sebbene non confermata in maniera univoca.

Nonostante l’apparente tranquillità, il complesso vulcanico dei Colli Albani presenta fenomeni che richiedono un costante monitoraggio, tra cui emissioni gassose, deformazioni del suolo e una modesta attività sismica. Questi segnali sottolineano che, sebbene non vi siano indicazioni di un’imminente riattivazione, il vulcano rimane un elemento attivo del paesaggio geologico dell’Italia centrale, meritevole di attenzione sia scientifica che istituzionale.

Il Distretto Vulcanico dei Colli Albani, con la sua ricca storia eruttiva e il suo attuale stato di quiescenza, rappresenta un laboratorio naturale per lo studio dei processi vulcanici e un patrimonio geologico di grande rilevanza, non solo per la comunità scientifica, ma anche per la valorizzazione culturale e turistica del territorio.

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