Imane Khelif, la pugile algerina, ha sollevato un acceso dibattito dopo le rivelazioni pubblicate da Le Correspondant. Come riportato da Djaffer Ait Aoudia, il caso di Khelif ha oscurato i Giochi Olimpici di Parigi 2024, mettendo in dubbio la partecipazione della pugile nelle competizioni femminili.
Imane Khelif: uomo o donna?
Ait Aoudia svela una serie di dettagli clinici riguardanti il profilo genetico e fisiologico di Khelif. Il pugile algerino soffre infatti di un “deficit di alfa 5 reduttasi di tipo 2, un’anomalia genetica che porta a una disfunzione metabolica del testosterone e del deidroandrosterone“. Questa condizione, come dichiarano i medici Soumaya Fedala e Jacques Young, è tipica dei maschi e provoca un sviluppo sessuale atipico, presentando gonadi maschili ma un’apparente morfologia femminile.
Secondo Le Correspondant, Khelif possiede un cariotipo maschile 46XY, con gonadi presenti nei canali inguinali e livelli di testosterone “tipico maschile di 14,7” (ben oltre il limite massimo femminile). “È nata femmina, è cresciuta come una ragazza e ha vissuto come una ragazza“, riferisce l’entourage della pugile, ma i risultati clinici contraddicono l’immagine femminile che è stata sempre presentata al pubblico.
L’articolo inoltre accusa l’Algeria e il Comitato Olimpico Internazionale di aver facilitato la partecipazione di Khelif nei tornei femminili nonostante la consapevolezza della sua condizione. Secondo Ait Aoudia, la decisione di ammetterla alle Olimpiadi di Parigi è avvenuta “in sordina”, senza valutazioni cliniche approfondite.
A completare il quadro delle polemiche vi sono le accuse contro Khelif per presunti comportamenti manipolativi e aggressivi. Djaffer Ait Aoudia racconta un episodio in cui la pugile avrebbe denunciato senza motivo il presidente della Federazione di Pugilato, Ferhat Fezal, per costringerlo a cedere il suo posto. La situazione è ulteriormente degenerata quando Khelif ha presentato una denuncia per molestie contro figure di spicco come Donald Trump ed Elon Musk.
Le rivelazioni di Le Correspondant sollevano domande sul modo in cui il Comitato Olimpico gestisce i casi controversi di identità sessuale e aprono il dibattito sulla partecipazione di atleti con condizioni intersessuali nelle competizioni internazionali. Come conclude Ait Aoudia, questa vicenda potrebbe rappresentare “una delle truffe più astute” nella storia dei Giochi Olimpici.