Placche incise risalenti a 15.800 anni fa, provenienti dal sito magdaleniano di Gonnersdorf, in Germania, raffigurano tecniche di pesca, tra cui l’uso di reti, finora mai documentate nel Paleolitico superiore. È quanto emerge da uno studio guidato da Jerome Robitaille, archeologo al Leibniz-Zentrum Fur Archaologie di Monrepos, in Germania, riportato sulla rivista PLOS ONE. Le 406 placchette di scisto, risultato della trasformazione di argilla sottoposta ad alte pressioni e temperature, sono state ampiamente studiate in passato. L’introduzione di tecnologie di imaging avanzate, in particolare l’imaging a trasformazione di riflettanza, RTI, ha consentito la revisione di questi manufatti, portando alla luce rappresentazioni di pratiche di pesca precedentemente non registrate per il Paleolitico superiore.
L’indagine ha sfruttato la RTI per chiarire i dettagli delle incisioni sulle placchette, rivelando raffigurazioni di pesci e motivi a griglia di accompagnamento. Il processo analitico consentito dalla RTI ha messo in luce un intricato legame tra i motivi a griglia e le figure di pesci, dimostrando che si trattava di una combinazione che raffigurava l’uso delle reti da pesca. La scoperta rappresenta un significativo allontanamento dalle precedenti interpretazioni dell’iconografia del sito, che enfatizzavano prevalentemente le rappresentazioni naturalistiche della fauna.
Inoltre, i risultati evidenziano aspetti della prassi culturale magdaleniana, l’ultima cultura del Paleolitico superiore europeo, suggerendo che le rappresentazioni della vita acquatica e delle tecnologie di pesca non erano di natura solo utilitaristica, ma erano inserite in un quadro simbolico più ampio. Lo studio migliora la comprensione dell’interazione dei popoli magdaleniani con l’ambiente acquatico, rivelando una sofisticata simbiosi tra adattamento ecologico ed espressione artistica.
Secondo il gruppo di ricerca, le incisioni di Gonnersdorf forniscono preziose indicazioni sulle tecniche e sugli strumenti di pesca utilizzati dai popoli del Paleolitico. Lo stile artistico minimalista delle incisioni ittiche, unito all’intricata rappresentazione delle reti, enfatizza l’azione e il movimento dei pesci, piuttosto che la semplice rappresentazione dei pesci stessi. Nel complesso, le raffigurazioni contribuiscono in modo significativo alla comprensione delle pratiche di pesca del Paleolitico e delle espressioni culturali del Magdaleniano.
“La nostra analisi comparativa con altri siti archeologici dello stesso periodo, come Altamira e Lascaux, fornisce la prima prova certa della pesca con le reti in un contesto maddaleniano“, hanno dichiarato gli autori. “A differenza dei siti più famosi, noti per le rappresentazioni di pesci, lo stile astratto e minimalista di Gonnersdorf offre una nuova prospettiva sulle dinamiche socioculturali del Magdalico“, hanno continuato i ricercatori. “La pesca con le reti, derivante da un’economia ad ampio spettro, rivela la diversità, l’adattabilità e la creatività delle comunità preistoriche, mostrando la loro abilità nell’utilizzare una varietà di tecniche di pesca per sfruttare in modo sostenibile le risorse acquatiche”, hanno sottolineato gli scienziati.
“La ricerca – hanno dichiarato gli autori – non solo migliora la nostra comprensione delle diverse strategie di sussistenza delle società paleolitiche, ma contribuisce anche a un più ampio discorso sulla complessità e ricchezza delle loro pratiche culturali, ponendo l’attenzione sull’aspetto spesso trascurato della pratica della pesca e della sua rappresentazione nell’arte”. “Il nostro studio regala un quadro più completo e dinamico della sussistenza durante il Paleolitico superiore, aprendo nuove strade per la ricerca futura in questo campo“, hanno aggiunto i ricercatori. “La pesca, secondo i risultati, ha avuto un ruolo significativo nel plasmare le pratiche sociali e culturali ed è quindi un argomento che merita di essere approfondito”, hanno concluso gli autori.