L’Iran ha dichiarato di sperare che le discussioni sul suo programma nucleare siano condotte “lontano da pressioni e questioni politiche”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Esmail Baghai, prima di un incontro cruciale questa settimana a Vienna dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Il capo dell’Aiea, Rafael Grossi, ha visitato venerdì due importanti siti nucleari in Iran, nel momento in cui il presidente iraniano Massoud Pezeshkian afferma di voler rimuovere “dubbi e ambiguità” sul programma di Teheran. Il viaggio del direttore dell’agenzia nucleare delle Nazioni Unite ha preceduto una possibile risoluzione critica da parte di Regno Unito, Germania e Francia questa settimana al Consiglio dei governatori dell’Aiea, con sede a Vienna, in Austria. Il Consiglio si riunirà da mercoledì a venerdì. L’Iran spera che la visita di Grossi permetta “di continuare le discussioni tecniche con l’Agenzia, lontano da pressioni e considerazioni politiche”, ha detto oggi Baghai.
La visita di Grossi è stata interpretata come una delle ultime occasioni per la diplomazia prima del ritorno, a gennaio, alla Casa Bianca di Donald Trump, artefice della cosiddetta politica di “massima pressione” contro l’Iran durante il suo primo mandato. La questione nucleare iraniana “sarà delicata e complicata nei prossimi anni, ma siamo pronti ad affrontare tutti gli scenari”, ha affermato sabato il capo della diplomazia iraniana. “C’è ancora una possibilità per la diplomazia, anche se questa possibilità non è molto grande, c’è una possibilità limitata”, ha dichiarato Abbas Araghchi alla televisione di stato. Nel 2018, Trump ha ritirato gli Stati Uniti da un accordo nucleare concluso tra l’Iran e le grandi potenze tre anni prima.
La ‘versione’ di Teheran
Il testo prevedeva una riduzione delle sanzioni internazionali, in cambio della garanzia che l’Iran non cercherà di acquisire armi atomiche. Teheran nega fermamente di avere tali ambizioni militari e difende il diritto all’energia nucleare per scopi civili, in particolare per l’energia. Nel rappresaglia al ritiro degli Stati Uniti dall’accordo, l’Iran ha aumentato significativamente le sue riserve di materiali arricchiti al 60%, vicino al 90% necessario per sviluppare un’arma atomica, secondo l’Aiea. L’accordo sul nucleare ha limitato questo tasso al 3,67%.