Gli italiani vivono sempre di più ma aumentano gli anni in cattiva salute: le cause e le diversità territoriali 

Aumentano gli anni in cattiva salute degli italiani, dalle cause alle diversità territoriali: i dettagli dal Rapporto Meridiano Sanità
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Gli italiani vivono sempre più a lungo, ma aumentano, arrivando in media a 16, gli anni che vivono in cattiva salute a causa di malattie infettive prevenibili o legate a sedentarietà, obesità, alcol e fumo. E alle sfide legate all’invecchiamento della popolazione si aggiunge l’aumento delle diversità territoriali: in Italia c’è un divario di tre anni tra la regione con l’aspettativa di vita alla nascita maggiore e quella minore, ovvero in alcune regioni i cittadini vivono in media tra anni di meno. A far luce sul rapporto tra salute e produttività sono le stime che emergono dalla 19ª edizione del Rapporto Meridiano Sanità, presentato oggi a Roma da The European House – Ambrosetti. Le malattie non trasmissibili, insieme a quelle infettive, sono responsabili di oltre 19,5 milioni di anni persi (per disabilità o per morte prematura), spesso impattano su popolazione in età lavorativa e in particolar modo le donne, traducendosi in una perdita di produttività di 97 miliardi, pari al 4,6% del pil italiano.

La strategia di intervento

Una strategia di intervento sui fattori di rischio, sulle vaccinazioni e sugli screening, oltre a migliorare in maniera significativa la salute dei cittadini, contribuirebbe alla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale: secondo il Rapporto infatti eviterebbe, nel corso di dieci anni, 544 miliardi di costi diretti e indiretti, grazie alla riduzione dell’incidenza delle malattie legate a stili di vita o prevenibili attraverso gli screening oncologici e la vaccinazione, in particolare anti-HPV e anti-pneumococco negli adolescenti, anti-Herpes Zoster e antinfluenzale negli over 65 e nei malati oncologici. Quindi la proposta di Meridiano Sanità di “aumentare gli investimenti in prevenzione, passando dal 5% al 7% del Fondo Sanitario Nazionale”.

“Investire nella salute della popolazione è una necessità, non solo per garantire il benessere dei cittadini, ma anche per migliorare la produttività e accelerare la crescita economica del Paese. È necessario lavorare a un Piano Marshall per la prevenzione sanitaria”, conclude Valerio De Molli, ceo di The European House – Ambrosetti e Teha Group.

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