Studio EuCare: la didattica a distanza durante il Covid ha scatenato un’emergenza psicologica

“Questo fenomeno è risultato più marcato tra gli studenti provenienti da famiglie meno abbienti”
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Durante un convegno su scienza e pandemia presso la sede dell’Università IULM di Roma, sono stati presentati i risultati dello studio EuCare, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito di Horizon Europe. L’indagine, che ha coinvolto 27 partner internazionali e analizzato migliaia di studenti e insegnanti in Italia, Portogallo e Messico, ha messo in luce un quadro critico: la chiusura delle scuole durante la pandemia ha causato un incremento dei disturbi psico-sociali e un significativo calo dell’apprendimento.

Uno dei dati più rilevanti emersi è che la chiusura delle scuole non ha avuto un impatto decisivo sulla limitazione dei contagi, poiché “la diffusione del virus era principalmente legata all’andamento generale della pandemia”. In Italia, lo studio ha coinvolto 16 scuole in diverse aree geografiche, con oltre duemila partecipanti tra studenti e insegnanti, evidenziando che gli effetti negativi della didattica a distanza sono stati profondi.

Gli impatti psico-sociali e le disuguaglianze educative

Lo studio ha rilevato che più del 10% degli studenti delle scuole superiori ha mostrato livelli di disagio psichico definiti “anormali”. Questi disturbi sono risultati più pronunciati tra i ragazzi più grandi e tra coloro che hanno sperimentato periodi prolungati di didattica a distanza. Inoltre, le condizioni socioeconomiche e culturali delle famiglie hanno giocato un ruolo cruciale: i problemi di apprendimento sono stati più gravi tra gli studenti provenienti da contesti svantaggiati, mentre il calo è stato meno marcato nelle famiglie con un elevato livello culturale, soprattutto se la madre aveva un ruolo educativo di rilievo.

Grazie alla collaborazione con Invalsi, è emerso che la perdita di apprendimento è stata particolarmente grave nel 2020 e nel 2021. “Questo fenomeno è risultato più marcato tra gli studenti provenienti da famiglie meno abbienti”, si legge nel report, evidenziando una crescente disuguaglianza tra gli alunni.

Il “metodo Lolli” e il futuro delle emergenze sanitarie

Un aspetto innovativo della ricerca riguarda la validazione del cosiddetto “metodo Lolli”, un test salivare non invasivo, economico e preciso per la diagnosi del Covid-19. Questo metodo si è dimostrato efficace per l’identificazione precoce di cluster virali nelle scuole, fornendo uno strumento potenzialmente utile per future emergenze sanitarie.

Lo studio ha inoltre sottolineato l’importanza di tutelare il diritto all’istruzione anche in tempi di crisi. È emersa la necessità di un approccio equilibrato che tenga conto non solo degli aspetti epidemiologici, ma anche delle conseguenze psicologiche ed educative per gli studenti.

La riflessione di Ioannidis sulla scienza durante la pandemia

Durante il convegno, il professor John Ioannidis, epidemiologo presso la Stanford University, ha analizzato la produzione scientifica relativa al Covid-19. “La comunità di ricerca ha mobilitato quasi 2 milioni di scienziati, che hanno pubblicato oltre 700 mila articoli sul Covid-19”, ha spiegato Ioannidis. Tuttavia, ha sottolineato che la qualità media degli studi è stata inferiore rispetto ad altri ambiti scientifici, con una predominanza di editoriali e studi osservazionali di bassa qualità nei primi mesi della pandemia.

Il professor Ioannidis ha anche evidenziato sfide etiche e metodologiche emerse durante l’emergenza sanitaria, come la distorsione dei principi epistemici e l’uso del lobbying per influenzare decisioni politiche. Ha ribadito la necessità di separare il metodo scientifico da pressioni politiche e advocacy, proponendo un maggiore rigore nella revisione tra pari e nella correzione della letteratura scientifica post-pubblicazione.

Lo studio EuCare rappresenta un punto di riferimento per la gestione delle future emergenze sanitarie in ambito scolastico. I risultati mettono in evidenza l’urgenza di sviluppare strategie che mitighino gli effetti negativi delle misure di contenimento, soprattutto per gli studenti più vulnerabili. Inoltre, l’analisi invita a riflettere su come bilanciare la tutela della salute pubblica con la salvaguardia dei diritti fondamentali, come l’istruzione e il benessere psicologico.

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