La zona industriale di Alabuga, situata nel Tatarstan, a circa 1.000 chilometri a est di Mosca, sta emergendo come uno degli epicentri della produzione di droni russi, inclusi i temuti droni termobarici. Originariamente istituito nel 2006 per attrarre investimenti e stimolare l’industria locale, il complesso ha subito una notevole trasformazione a partire dall’invasione dell’Ucraina nel 2022. Immagini satellitari analizzate da Associated Press hanno rivelato l’espansione delle strutture, con l’aggiunta di nuovi edifici e la ristrutturazione di quelli esistenti per adattarsi alle esigenze della produzione bellica.
Nel corso degli anni, la fabbrica di Alabuga è stata promossa attraverso video sui social come un centro di innovazione tecnologica, ma secondo David Albright, direttore dell’Istituto per la scienza e la sicurezza internazionale con sede a Washington, l’obiettivo della struttura è cambiato radicalmente. Albright ha dichiarato che “lo scopo attuale di Alabuga è solo quello di produrre e vendere droni al ministero della Difesa russo”.
Recentemente, l’inchiesta di Associated Press ha sollevato una serie di preoccupazioni riguardo le condizioni di lavoro all’interno dell’impianto. In particolare, molte delle donne africane reclutate per colmare la carenza di manodopera si sono lamentate di essere state ingannate per accettare l’impiego nella fabbrica. Come risultato delle rivelazioni, i video promozionali e altri contenuti pubblicitari sono stati rimossi, segnando un cambiamento significativo nella comunicazione ufficiale della fabbrica.
Il complesso di Alabuga, con la sua crescente produzione di droni, è diventato così una risorsa strategica per la Russia nel conflitto in Ucraina, dove i droni termobarici vengono utilizzati per attacchi devastanti contro le forze ucraine.