L’adozione dell’intelligenza artificiale in Italia presenta ancora diverse criticità. Secondo una recente indagine di Jabra, che ha coinvolto quattordici Paesi, tra cui l’Italia, esiste un grande divario tra la consapevolezza del potenziale della tecnologia e il suo effettivo utilizzo sul posto di lavoro, dovuto alla carenza di competenze specifiche.
Intelligenza artificiale al lavoro
Sebbene il 93% dei professionisti italiani riconosca le potenzialità dell’IA, solo il 14% ritiene che possa realmente migliorare la qualità del proprio lavoro. L’indagine mostra che il 68% degli intervistati considera l’intelligenza artificiale uno strumento utile per risparmiare tempo, che potrebbe essere dedicato alla formazione e alla cura delle relazioni personali.
Tuttavia, emergono anche numerosi dubbi: il 49% degli intervistati ritiene che il termine “IA” venga utilizzato in maniera troppo vaga e generica. Inoltre, il 34% teme che l’intelligenza artificiale possa essere impiegata per monitorare le prestazioni sul lavoro, mentre il 27% esprime preoccupazione per il rischio di perdere il proprio impiego a causa dell’automazione tecnologica. Altri timori riguardano l’impatto negativo che l’IA potrebbe avere sull’ambiente di lavoro (25%) e la mancanza di fiducia nella sicurezza dei sistemi (24%).
A livello globale, Jabra ha intervistato i decisori aziendali di sei Paesi, rivelando un ulteriore dato interessante: sebbene l’85% dei manager si dichiari entusiasta delle opportunità offerte dall’IA, l’82% ammette di non avere le conoscenze necessarie per sfruttarla al meglio e migliorare così l’efficienza aziendale. Questa mancanza di competenze si traduce in una scarsa applicazione pratica della tecnologia.
Jabra ha quindi sottolineato la necessità di investire maggiormente nella formazione e di sviluppare una strategia di implementazione dell’IA che sia trasparente e condivisa. Come afferma Riccardo Brenna, Head of Research and Marketing Insights di Jabra: “Per evitare quello che noi chiamiamo ‘AI-washing’, le società devono valutare attentamente i guadagni di produttività che l’IA può offrire e coinvolgere attivamente i propri dipendenti in questo percorso“.