La pesca svolge un ruolo cruciale nella sicurezza alimentare globale, ma rimane una delle attività più pericolose al mondo, con circa 100.000 vittime ogni anno. Mentre è in corso la conferenza sui cambiamenti climatici COP29 e l’ONU celebra la Giornata mondiale della pesca il 21 novembre, il Direttore generale aggiunto e Direttore della Divisione Pesca e Acquacoltura della FAO, Manuel Barange, discute dei pericoli che i cambiamenti climatici rappresentano per i pescatori e di come la FAO sta lavorando per migliorare la sicurezza in mare.
In che modo i cambiamenti climatici influenzano la sicurezza dei pescatori, in particolare della pesca su piccola scala?
“I cambiamenti climatici avranno un impatto significativo sulla sicurezza in mare, rendendo più pericoloso operare in mare e rendendo in particolare i pescatori su piccola scala più vulnerabili agli incidenti. Un oceano caldo genera più tempeste di maggiore frequenza e intensità, e uragani che abbiamo visto di recente in diverse parti del mondo. A volte i pescatori non hanno tempo di tornare al porto. Il cambiamento climatico sta anche influenzando la distribuzione delle risorse, quindi è molto probabile che alcuni pescatori debbano andare più al largo per trovare il pesce, diventando quindi più esposti. Tutti questi elementi rendono la pesca molto pericolosa, ed è molto importante che forniamo supporto ai pescatori per ridurre il tasso di mortalità”, afferma Barange.
In che modo la FAO utilizza la tecnologia e l’innovazione per salvaguardare le vite in mare?
“Aiutiamo i Paesi a progettare imbarcazioni inaffondabili, più resistenti e durature, così riduciamo la vulnerabilità dei pescatori su piccola scala. Abbiamo ingegneri navali che lavorano con noi, alcuni dei migliori esperti al mondo, che dedicano la loro attenzione a questa importante attività che deve essere protetta meglio. Di recente, abbiamo lavorato con lo Sri Lanka su imbarcazioni in plastica, il che aumenta la durata di vita di tali imbarcazioni, e sulla loro progettazione in un modo che le renda inaffondabili. Puoi anche nasconderti sotto la prua se c’è una tempesta. Questi progetti sono forniti gratuitamente ai Paesi e sono disponibili sul nostro sito web. A volte offriamo due o tre modelli per iniziare, da testare, e poi spetta a loro iniziare a costruirli, seguendo quei piani”, afferma Barange.
Ci sono altre iniziative della FAO che aiutano i pescatori a migliorare gli standard di sicurezza e prevenire gli incidenti?
“Il nostro portafoglio di lavori è molto diversificato. Gestiamo un corso di formazione per formatori che è stato condotto nei Caraibi, nell’Africa orientale, nel Golfo del Bengala, in Asia e nella regione del Vicino Oriente. In caso di emergenza, forniamo ai pescatori su piccola scala giubbotti di salvataggio, boe e apparecchiature vocali e radio per metterli al passo con i tempi e tornare operativi. Collaboriamo anche con altre agenzie delle Nazioni Unite, come l’Organizzazione internazionale del lavoro e l’Organizzazione marittima internazionale, per assicurarci che la sicurezza in mare sia collegata alle condizioni di lavoro di coloro che operano in mare”, conclude Barange.