Nebbie in calo: il clima che cambia sta cancellando un simbolo autunnale

I dati indicano un trend generale di diminuzione della nebbia in tutte le stagioni, un cambiamento che si riflette anche in una delle regioni storicamente più interessate dal fenomeno: l’Emilia Romagna
MeteoWeb

La nebbia, fenomeno tipico delle stagioni autunnali e invernali, ha fatto spesso la sua comparsa nella prima metà di novembre, grazie a condizioni atmosferiche prevalentemente anticicloniche e a un terreno ancora intriso di umidità dopo le abbondanti piogge di settembre e ottobre. Nonostante ciò, i dati indicano un trend generale di diminuzione della nebbia in tutte le stagioni, un cambiamento che si riflette anche in una delle regioni storicamente più interessate dal fenomeno: l’Emilia Romagna.

Secondo la definizione dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), la nebbia è un’idrometeora composta da microscopiche goccioline d’acqua, con dimensioni comprese tra i 10 e i 30 micrometri, e con una densità tale da ridurre la visibilità orizzontale a meno di un chilometro. In altre parole, si tratta di una nube che si forma direttamente al livello del suolo. Le nebbie tipiche dell’Emilia Romagna, prevalentemente di tipo da irraggiamento, derivano dal raffreddamento radiativo notturno, anche se lungo la costa sono presenti anche fenomeni nebbiosi di tipo avvettivo.

Nebbia Emilia Romagna

Dal 1990 a oggi, i dati mostrano una chiara diminuzione del fenomeno in tutta la Pianura Padana. Questo calo, pur accompagnato da oscillazioni annuali dovute alle variazioni nei regimi di circolazione atmosferica, appare come una tendenza consolidata. Le cause di questo cambiamento sono molteplici e complesse. Innanzitutto, il progressivo aumento delle temperature medie, associato ai cambiamenti climatici, riduce le condizioni favorevoli alla formazione della nebbia. Inoltre, le modifiche nella circolazione atmosferica su scala sinottica e mesoscala contribuiscono a limitare la sua frequenza. Un ulteriore fattore rilevante è il calo della concentrazione di sostanze inquinanti che fungono da nuclei di condensazione, in particolare il biossido di azoto (NO₂) e il biossido di zolfo (SO₂), le cui emissioni si sono significativamente ridotte negli ultimi decenni grazie alle politiche ambientali.

Nonostante questa tendenza alla diminuzione, la nebbia è tornata a far parlare di sé in questo autunno grazie a una combinazione di condizioni favorevoli, dimostrando come il fenomeno, seppur in declino, mantenga ancora un ruolo caratteristico nei paesaggi autunnali della Pianura Padana. Questo quadro mette in evidenza l’importanza di continuare a monitorare i cambiamenti climatici e ambientali per comprendere appieno le implicazioni di questi mutamenti sul territorio e sulla nostra quotidianità.

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