“In merito al dibattito sulla reintroduzione del nucleare in Italia, ritengo utili due considerazioni per evitare che un tema così importante possa correre il rischio di essere utilizzato a fini propagandistici. La prima, risaputa, è che l’entrata in esercizio di una centrale nucleare richiederà non meno di 10 anni e che le tecnologie non sono stabili. La seconda è il dovere di essere chiari con cittadini e imprese sul fatto che il nucleare potrebbe contribuire in modo significativo all’innalzamento dell’autonomia energetica del Paese, ma non ridurrebbe il costo di produzione dell’energia” . Lo afferma il sindaco di Milano Beppe Sala in un intervento sul Corriere della Sera.
“Questo – scrive – stando alle prove delle centrali nucleari entrate in funzione in Europa negli ultimi due anni e agli studi presentati recentemente da Ansaldo Nucleare ed Edison, che stimano il costo di energia prodotta dai nuovi piccoli reattori (SSR), tra i 90 ei 110 € MW/h; pressappoco l’attuale costo dell’energia in Italia. Quindi, diciamo la verità, il nuovo nucleare è ancora ampiamente nella fase della sperimentazione, ben venga che la scienza vada avanti con il suo lavoro, ma – aggiunge – qui non si parla di scienza quanto di bollette e una decisione di accelerazione sulle rinnovabili, già ampiamente disponibile, sarebbe a mio avviso la mossa giusta per garantire alle famiglie e alle imprese di ridurre la loro spesa per l’energia. E lo affermo, come ho cercato di dimostrare, non in base a una presa di posizione ideologica ma attraverso l’analisi tecnica della materia che certamente non può sostituire il ruolo della politica, ma che dalla politica non può essere ignorata”.