“Il nucleare a Marghera? Prematuro parlare“: è quanto ha affermato, in un’intervista a La Stampa, il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. “Parliamo di piccoli moduli nucleari, che ancora non esistono sul mercato, per cui trovo difficile in questo momento ipotizzare dove andare a collocarli. Il dibattito oggi può essere solo teorico. Poi tra 7-10 anni, quando questi nuovi moduli saranno disponibili, dovranno esserci nuove regole, andranno fatte le opportune valutazioni e solo allora si discuterà su dove collocarli“.
Il Ministro ha sottolineato: “Stiamo parlando di qualcosa di completamente diverso rispetto ad oggi. Non ci saranno più le grandi tradizionali centrali che conosciamo“.
Alla domanda sull’effettiva necessità del nucleare, il Ministro ha risposto: “In prospettiva in base agli indicatori della scienza, allo sviluppo delle tecnologie e alla domanda di energia, in questo momento non si vede un percorso alternativo. Però parliamo di una integrazione rispetto alla produzione delle fonti rinnovabili, non altro. Non c’è solo il nucleare, ma dobbiamo utilizzare tutti i percorsi possibili, dal geotermico all’idroelettrico, dal fotovoltaico all’eolico“. “Se ci sarà un nuovo referendum abrogativo, bisognerà creare le condizioni per vincerlo,” ha evidenziato il Ministro, assicurando: “Si chiamerà sempre nucleare ma avremo la consapevolezza positiva che si tratterà di una tecnologia totalmente diversa rispetto al passato“.