Nelle scorse ore il vulcano situato a Sud/Ovest della capitale islandese Reykjavik ha dato vita alla sua 10ª eruzione negli ultimi 3 anni, generando spettacolari fontane di lava e colonne di fumo. L’evento, confermato dall’Ufficio Meteorologico Islandese, evidenzia ancora una volta il dinamismo geologico unico dell’Islanda.
Con i suoi quasi 400mila abitanti, l’Islanda si trova al confine tra le placche tettoniche eurasiatica e nordamericana, un punto caldo della crosta terrestre noto per la sua intensa attività sismica e vulcanica. Il Paese, celebre per geyser, sorgenti di acqua calda e decine di vulcani, è al centro dell’attenzione scientifica globale.
Una regione riattivata dopo 800 anni
La penisola di Reykjanes, situata a circa 30 km dalla capitale, è il cuore di questa attività. Dormiente per oltre 800 anni, il sistema geologico della zona si è riattivato nel 2021 e ha già registrato 6 eruzioni solo nel 2024. Gli scienziati avevano da tempo avvertito su una probabile nuova eruzione, osservando l’accumulo di magma nel sottosuolo nelle settimane precedenti.
Le eruzioni nell’area di Reykjanes, definite “eruzioni a fessura“, si distinguono per la fuoriuscita di lava lungo fratture lineari. Fortunatamente, non comportano dispersioni significative di cenere nell’atmosfera superiore, evitando così disagi per il traffico aereo internazionale. Ciò contrasta nettamente con l’eruzione del vulcano Eyjafjallajökull nel 2010, che paralizzò i cieli europei causando la cancellazione di circa 100mila voli.
Impatti locali e misure preventive
Nonostante la relativa sicurezza per la capitale, le eruzioni hanno lasciato un’impronta significativa sulla regione. La cittadina di Grindavik, con circa 4mila abitanti prima dell’evacuazione di dicembre 2023, resta in gran parte deserta. Le autorità islandesi hanno implementato barriere per deviare i flussi di lava lontano dalle infrastrutture critiche, tra cui una centrale elettrica vicina e la famosa Laguna Blu, meta turistica internazionale con spa e piscine naturali.
Gli esperti avvertono che l’attività vulcanica della penisola di Reykjanes è solo all’inizio di un ciclo che potrebbe durare decenni, se non secoli.