Oceano segreto su Miranda: la luna di Urano potrebbe ospitare la vita

Secondo il team di ricerca, c’è la concreta possibilità che l’interno di Miranda non sia completamente ghiacciato e che un oceano possa essere ancora presente
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Un gruppo di scienziati ha scoperto qualcosa di incredibile sulla luna Miranda, uno dei satelliti di Urano situato nei meandri remoti del sistema solare: questa piccola luna potrebbe celare un vasto oceano sotto la sua superficie ghiacciata, offrendo una rara possibilità che la vita esista in un ambiente così distante e apparentemente inospitale. La ricerca, recentemente pubblicata su The Planetary Science Journal, potrebbe cambiare radicalmente la nostra comprensione di Miranda e dei confini stessi della vita.

Tom Nordheim, scienziato planetario presso il Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (JHAPL), ha guidato questa ricerca rivoluzionaria insieme ai suoi colleghi, offrendo un primo sguardo approfondito a una luna che finora aveva attratto poca attenzione. “Trovare prove di un oceano all’interno di un piccolo oggetto come Miranda è incredibilmente sorprendente“, ha detto Nordheim. I risultati sorprendenti sfidano infatti le ipotesi precedenti e pongono nuove domande sulla possibilità di vita su mondi tanto lontani dalla Terra.

Le origini del mistero: un paesaggio alieno dalle prime immagini di Voyager 2

La conoscenza moderna di Miranda inizia con la missione Voyager 2 della NASA, che nel gennaio del 1986 ha trasmesso a Terra le prime immagini ravvicinate di questa luna. Le immagini rivelarono un paesaggio straordinario, un mosaico di formazioni geologiche, che sembravano scolpite da forze naturali e meccanismi interni sconosciuti. Miranda appariva come un mondo cucito insieme da elementi eterogenei: profondi canyon, imponenti scogliere e strane formazioni a trapezio note come “corone“. Tali caratteristiche, tanto inconsuete, lasciarono la comunità scientifica perplessa: come può una luna così piccola avere un paesaggio geologico tanto complesso?

All’epoca, la scarsità di dati limitava l’interpretazione delle immagini. Tuttavia, i ricercatori hanno ipotizzato che queste stranezze fossero il risultato di processi interni che avevano modellato la superficie di Miranda. Si avanzò l’ipotesi di una fratturazione della crosta ghiacciata, potenzialmente causata da forze gravitazionali esercitate dal pianeta Urano stesso. Ma rimanevano dubbi sulla causa di tali complessi fenomeni geologici.

Urano: un pianeta capovolto e i misteri delle sue lune

Per comprendere meglio la peculiare dinamica di Miranda, è essenziale soffermarsi su Urano, uno dei pianeti meno esplorati del nostro sistema solare. Urano possiede alcune caratteristiche uniche: ruota quasi orizzontalmente, su un asse inclinato di oltre 90 gradi, quasi parallelo alla sua orbita. Questo orientamento straordinario, ritenuto il risultato di una collisione con un oggetto delle dimensioni della Terra nei primi anni della sua formazione, determina stagioni estreme che alternano 42 anni di luce continua a 42 anni di oscurità totale per ciascun polo. La sua atmosfera, composta da composti di acqua, ammoniaca e metano, conferisce a Urano la caratteristica colorazione blu-verde, mentre una serie di anelli sottili circonda il pianeta, accompagnata da 27 lune conosciute.

Tra queste lune, molte portano nomi ispirati alla letteratura shakespeariana, come Miranda e Ariel. Urano, scoperto da William Herschel nel 1781, ha ricevuto poche visite e la missione Voyager 2 rimane l’unica ad averne esaminato da vicino i segreti. Eppure, è ormai chiaro che, nonostante il suo aspetto “quieto” e uniforme, Urano e le sue lune celano processi complessi e dinamiche che potrebbero estendere i limiti della vita a condizioni mai pensate prima.

Alla ricerca di un oceano nascosto: i passi decisivi della scienza

Un nuovo capitolo si è aperto recentemente con le ricerche di Caleb Strom, studente laureato all’Università del North Dakota, e Alex Patthoff del Planetary Science Institute in Arizona. Assieme a Nordheim, hanno riesaminato i dati raccolti nel 1986 dalla Voyager 2, utilizzando tecniche avanzate di modellazione computerizzata per scrutare nelle profondità della struttura di Miranda. Gli scienziati hanno affrontato il mistero come se fosse un “caso freddo“, esaminando ogni frammento di evidenza geologica disponibile e creando scenari per l’evoluzione del passato di Miranda.

L’ipotesi di un oceano sotto la crosta di Miranda è emersa come la soluzione più plausibile a molte delle caratteristiche geologiche osservate sulla luna. Le simulazioni del team suggeriscono che, circa 100-500 milioni di anni fa, Miranda potrebbe aver ospitato un oceano di notevoli dimensioni, con una profondità di almeno 62 miglia, nascosto sotto una crosta di ghiaccio non più spessa di 19 miglia. Questa scoperta ha colto di sorpresa il gruppo di ricerca: “Quel risultato è stato una grande sorpresa per la squadra,” ha affermato Strom. “L’idea che una luna piccola come Miranda potesse contenere un oceano così grande non è qualcosa che gli scienziati si aspettavano.

Il riscaldamento interno di Miranda: il fenomeno delle forze di marea

L’elemento chiave che spiegherebbe la presenza di un oceano sotto la superficie di Miranda è il riscaldamento prodotto da un fenomeno noto come “risonanza orbitale”. Quando una luna come Miranda interagisce gravitazionalmente con altre lune in orbita attorno a Urano, si genera attrito all’interno del satellite. Questo attrito interno produce calore, che potrebbe essere stato sufficiente a mantenere l’oceano in forma liquida anche a grandi distanze dal Sole.

Le risonanze orbitali, fenomeno riscontrato anche in altre lune come Encelado attorno a Saturno, generano movimenti nella crosta e negli strati interni di Miranda, producendo un calore che impedirebbe l’intero congelamento del sottosuolo. Questa scoperta sottolinea come i processi di riscaldamento interno possano fornire le condizioni necessarie a sostenere un oceano sotto una crosta di ghiaccio spessa chilometri, anche su corpi distanti e con temperature esterne proibitive.

Miranda oggi: un oceano ancora attivo sotto il ghiaccio?

Secondo il team di ricerca, c’è la concreta possibilità che l’interno di Miranda non sia completamente ghiacciato e che un oceano possa essere ancora presente, seppur in una forma più ridotta rispetto a milioni di anni fa. Se l’intera struttura interna fosse solidificata, ci sarebbero segni ben precisi sulla superficie, che invece non sono visibili. “Ma l’idea di un oceano all’interno di una delle lune più lontane del sistema solare è notevole”, ha aggiunto Strom, sottolineando come l’idea stessa di un oceano in queste condizioni rivoluzioni la nostra visione del sistema solare.

L’esempio di Encelado e l’esplorazione dei mondi oceanici

Miranda non è l’unico esempio di mondo oceanico nascosto sotto il ghiaccio. Encelado, una luna di Saturno, ha sorpreso gli scienziati nel 2004, quando si scoprì che emetteva geyser di vapore acqueo nello spazio, un chiaro segno di attività idrotermale e di un oceano sotto la sua crosta. Da allora, Encelado è stato oggetto di intense ricerche e considerato una delle migliori opportunità per trovare vita extraterrestre nel sistema solare.

Miranda potrebbe ora unirsi a questo gruppo esclusivo di “mondi oceanici” che potrebbero ospitare ambienti favorevoli alla vita. Tuttavia, come ha sottolineato Nordheim, le prove raccolte non sono ancora sufficienti: “Stiamo spremendo l’ultimo pezzo di scienza possibile dalle immagini di Voyager 2”. Le limitazioni dei dati raccolti richiedono nuove missioni e strumenti per confermare o smentire l’ipotesi di un oceano su Miranda.

La vita su Miranda: una possibilità remota, ma non impossibile

La presenza di un oceano su Miranda è senza dubbio un indizio incoraggiante, ma la possibilità che possa ospitare vita rimane incerta. Per trovare la vita in un ambiente come quello di Miranda, l’oceano dovrebbe contenere le sostanze organiche e le condizioni fisico-chimiche necessarie per supportare forme di vita, anche estremamente primitive. Tuttavia, l’ipotesi di trovare vita su Miranda, seppur affascinante, è ancora lontana dal trovare conferme.

Il futuro dell’esplorazione di Urano e Miranda

Le scoperte su Miranda, ottenute analizzando vecchi dati con tecniche moderne, sottolineano quanto sia importante rivisitare le immagini e i dati delle missioni precedenti, in attesa di inviare nuove sonde. Nel caso di Urano, un pianeta che è stato esplorato solo dalla Voyager 2, si parla da tempo di missioni di ritorno per comprendere meglio le sue caratteristiche uniche e le dinamiche dei suoi satelliti. Missioni del genere permetterebbero di esaminare non solo Miranda, ma anche altre lune di Urano, come Ariel e Titania, che potrebbero nascondere anch’esse segreti sotto la superficie.

Miranda, considerata a lungo una luna “minore”, si sta rivelando un obiettivo importante nella ricerca di ambienti che potrebbero sostenere la vita. La sua storia geologica complessa e la presenza di possibili oceani aprono a un nuovo campo di studio per i mondi oceanici del sistema solare, spesso sottovalutati eppure fondamentali per comprendere le potenzialità della vita oltre la Terra.

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