La discussione attorno alla costruzione del Ponte sullo Stretto, un’infrastruttura destinata a unire Calabria e Sicilia, continua a essere vittima di una narrazione spesso strumentalizzata, dove la disinformazione rischia di ostacolare il progresso. Tra i casi più emblematici di questa deriva spicca quello di Antonino Risitano, oppositore dichiarato del ponte, che ha proposto un improbabile esperimento per dimostrare l’inadeguatezza tecnica dell’opera. Con una tavola di legno legata a un’amaca, Risitano ha dichiarato di aver misurato il vento nello Stretto e tratto conclusioni che, pur prive di qualsiasi rigore scientifico, sono state incluse in un esposto firmato da esponenti politici come Bonelli, Schlein e Fratoianni. Fortunatamente, il documento tecnico “Considerazioni sul tema di sospensione del ponte“, realizzato dal Consorzio Eurolink nell’ambito del procedimento del MASE per le autorizzazioni della Commissione VIA-VAS, cioè le pratiche sull’impatto ambientale, nell’ambito delle “Osservazioni dei cittadini” ha confutato in maniera rigorosa e dettagliata le affermazioni di Risitano, mettendo in evidenza le solide basi scientifiche su cui si fonda il progetto del ponte.
Il “metodo amaca” di Risitano
L’esperimento di Antonino Risitano si distingue per la sua straordinaria semplicità e per la totale assenza di rigore scientifico. Nel giardino della sua abitazione a Torre Faro, Messina, Risitano ha legato una tavola di legno a un’amaca per osservare le oscillazioni causate dal vento. Da questa “analisi” ha dichiarato di aver misurato venti di 43 km/h al suolo, stimando che a 100 metri di altezza le velocità raggiungessero 110 km/h. Questi dati, del tutto arbitrari, sono stati utilizzati per sostenere che il Ponte sullo Stretto sarebbe strutturalmente inadatto e soggetto a forti instabilità.
Le evidenti e imbarazzanti falle metodologiche dell’esperimento
- Strumenti e metodo inadatti: Un’amaca e una tavola di legno non sono strumenti scientifici. La rilevazione della velocità del vento richiede dispositivi calibrati e verificati, come gli anemometri utilizzati nelle stazioni meteorologiche ufficiali.
- Stime arbitrarie: Non viene spiegato in alcun modo come si sia arrivati al dato di 110 km/h a 100 metri di altezza, né è stato fornito alcun modello matematico o fisico a sostegno di questa proiezione.
- Ignoranza dei dati disponibili: Lo Stretto di Messina è una delle aree più monitorate dal punto di vista meteorologico, grazie alla presenza di numerose stazioni meteo installate per supportare la progettazione del ponte. Questi dati, raccolti da decenni, smentiscono categoricamente le conclusioni di Risitano.
I dati reali: la meteorologia nello Stretto di Messina
Le condizioni ventose dello Stretto di Messina sono state oggetto di studi approfonditi, che hanno permesso di definire con precisione i parametri climatici della zona. Secondo i dati ufficiali, la velocità massima del vento mai registrata è stata di 128 km/h, durante una tempesta di scirocco il 24 novembre 1991. Anche in queste condizioni estreme, i venti non rappresentano un rischio significativo per la costruzione del ponte.
La struttura è stata concepita per resistere a venti di oltre 300 km/h, equivalenti a quelli di un uragano di categoria 5. Tali eventi non si verificano nello Stretto, nemmeno in condizioni meteorologiche eccezionali. Inoltre, test avanzati condotti in gallerie del vento presso il Politecnico di Milano hanno dimostrato che il ponte rimane stabile anche in presenza di turbolenze significative.
Le stazioni meteo installate a Torre Faro e in altre località strategiche dello Stretto hanno raccolto dati dettagliati su velocità, direzione e raffiche del vento a diverse altitudini. Queste informazioni, certificate e verificate, non solo confutano le stime di Risitano, ma hanno contribuito alla definizione dei parametri progettuali del ponte.
“Considerazioni sul tema di sospensione del ponte”: la scienza risponde
Il documento si concentra su punti specifici, fornendo una confutazione dettagliata delle principali critiche avanzate da Risitano. Ecco i passaggi principali:
1. Il sistema di sospensione
Risitano ha messo in dubbio la stabilità dei cavi del Ponte, sostenendo che non siano adatti a resistere alle forze del vento. Il documento chiarisce che:
- I cavi del Ponte utilizzeranno la tecnologia PPWS (Prefabricated Parallel Wire Strands), uno standard internazionale impiegato in ponti sospesi di rilevanza mondiale, come il Canakkale Bridge in Turchia.
- Il sistema prevede doppio cavo per lato, riducendo le sollecitazioni su ogni singolo elemento e garantendo una maggiore sicurezza.
2. Le selle
Risitano ha sollevato critiche sulla fatica da sfregamento (fretting fatigue), sostenendo che rappresenti un rischio per la stabilità dei cavi. Gli esperti smentiscono:
- Le selle adottate nel progetto sono tecnologie ampiamente collaudate, utilizzate in ponti di tutto il mondo.
- I fenomeni di fatica sono stati eliminati grazie a configurazioni progettuali avanzate, che distribuiscono uniformemente le sollecitazioni.
3. L’interazione con il vento
Uno dei punti centrali dell’esperimento di Risitano è l’impatto del vento sulla struttura. Il documento chiarisce che:
- I test in galleria del vento hanno dimostrato che il Ponte rimane stabile anche con venti superiori a 300 km/h, ben oltre i valori registrati nello Stretto.
- Le tecniche di progettazione hanno considerato fenomeni come il flutter e il vortex shedding, garantendo che la struttura possa resistere a ogni condizione atmosferica.
4. La sicurezza della carreggiata
Secondo Risitano, il vento nello Stretto renderebbe insicuro il transito dei veicoli. Gli esperti evidenziano che:
- La progettazione prevede barriere antivento in grado di ridurre la forza del vento percepita sulla carreggiata.
- Simulazioni hanno dimostrato che i venti medi registrati nello Stretto non influenzano la sicurezza dei veicoli in transito.
Il Ponte sullo Stretto non può essere ostaggio del ridicolo
L’aspetto più grave di questa vicenda non è tanto l’esperimento casalingo di Risitano, quanto la sua strumentalizzazione politica. Le sue affermazioni, prive di qualsiasi fondamento scientifico, sono state incluse in un esposto presentato da Bonelli, Schlein e Fratoianni, che chiede indagini penali sulla realizzazione del ponte. Questo documento, che avrebbe dovuto basarsi su argomentazioni serie e verificabili, si fonda invece su teorie palesemente infondate.
Il caso di Antonino Risitano e del suo esperimento dell’amaca rappresenta un esempio lampante di come la disinformazione possa influenzare negativamente il dibattito pubblico. Le sue affermazioni, ampiamente smentite dal documento “Considerazioni sul tema di sospensione del ponte“, dimostrano l’importanza di mantenere il confronto su basi rigorosamente scientifiche. È tempo di abbandonare il ridicolo e concentrarsi su un dibattito serio, informato e costruttivo, che rispetti la complessità e l’importanza di questa opera straordinaria.