Quello del Ponte sullo Stretto è uno degli argomenti più caldi dell’attualità e della politica italiana. Un tema tecnico, ingegneristico e infrastrutturale, che si intreccia con la scienza per la rilevanza dell’area in cui sorge: lo Stretto di Messina, infatti, è caratterizzato da peculiari condizioni meteorologiche e sismiche. Il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, approvato nel 2011 e aggiornato nel 2024, ha ottenuto pochi giorni fa l’ok definitivo della commissione VIA-VAS del Ministero dell’Ambiente. Si tratta dell’autorizzazione all’impatto ambientale prevista per legge per ogni opera pubblica.
Su questo passaggio c’erano stati mesi di catastrofismo, allarmismo e fake news anti scientifiche: tutti gli attivisti No-Ponte, guidati dai partiti di sinistra e dai giornali di sinistra, hanno raccontato che la commissione VIA-VAS aveva “bocciato il progetto” chiedendo “centinaia di integrazioni“, ma in realtà la Società Stretto di Messina ha risposto nei tempi previsti dalla norma agli approfondimenti richiesti dal Ministero che in pochi mesi ha accolto tutte le risposte in modo favorevole, autorizzando la realizzazione dell’opera in via definitiva. Una marea di articoli e dichiarazioni bufala, su tutti da parte di Repubblica e del leader dei Verdi Angelo Bonelli, smontate dai fatti. Ripetiamo: l’ok è ufficiale e definitivo.
Le nuove bufale sulle integrazioni della commissione VIA-VAS
Ma la macchina del fango (già vista per il MOSE di Venezia, la TAV, il TAP e tutte le altre grandi opere d’Italia) continua a muoversi: adesso la nuova bufala è che a creare problemi saranno le integrazioni richieste dal MASE. Ovviamente è ancora una volta tutto falso. Ogni qual volta un’opera pubblica ottiene l’ok all’impatto ambientale, questo passaggio accade in base al progetto definitivo e il MASE prescrive una serie di integrazioni da realizzare in fase esecutiva, cioè durante i lavori. E’ sempre stato così per tutte le opere pubbliche italiane, molte delle quali (anche per banali strade, autostrade o ferrovie) il numero di integrazioni è superiore alle centinaia. Nel caso del Ponte sullo Stretto, invece, le integrazioni richieste sono soltanto 62 e di piccolo impatto: un’inezia, molto facile da affrontare da parte dei tecnici durante i lavori, nel corso della progettazione esecutiva, che andrà avanti per step realizzativi. Un dato che dimostra l’eccezionale bontà del progetto. Nessun intoppo, quindi: dopo l’ok del CIPESS atteso entro fine anno, finalmente a gennaio 2025 si parte con i lavori.
L’articolo di Repubblica e l’autogol sul rischio sismico: il quotidiano sbugiarda l’INGV
Questa mattina l’ennesimo articolo di Repubblica alimenta catastrofici allarmi sullo slittamento dell’inizio dei lavori, su fantomatici studi sismici “da rifare“, e la solita ormai ampiamente superata sciocchezza sul franco navigabile, già smentita da tutti gli esperti del settore. E addirittura la totale bufala che per ogni modifica al progetto richiederebbe un nuovo passaggio in commissione Via (!!!) allungando i tempi. No, l’ok è definitivo e il MASE verificherà la realizzazione delle 62 integrazioni durante lo svolgimento dei lavori, a cantieri già aperti, nel progetto esecutivo. Nessun nuovo passaggio in commissione Via, che ha dato l’ok definitivo, e nessun tempo che si allunga. E ancora: no, l’altezza del Ponte non cambia, siamo a 72 metri ed è superiore ai massimi standard internazionali. Non c’è alcun problema del franco navigabile: tutte le navi ci passeranno sotto. E no, non bisognerà rifare gli studi sismici, che sono approvati e consentono al Ponte di resistere a un terremoto di magnitudo 7.1, il massimo atteso nell’area.
Ma proprio a proposito del rischio sismico, nei giorni scorsi il Presidente dell’INGV Carlo Doglioni aveva preso una posizione molto dura nei confronti del progetto e aveva lamentato il fatto che l’INGV non fosse stata coinvolta direttamente nella progettazione del Ponte. Con una nota stampa ufficiale, il 13 novembre l’INGV si dichiarava “totalmente estraneo a qualsivoglia relazione che, eventualmente firmata da personale dell’INGV, rappresenta solo il pensiero scientifico degli autori“. E invece oggi Repubblica scrive che allegata al progetto c’è una convenzione tra la Società Stretto di Messina e l’INGV dal valore di 26 mila euro, elargiti proprio all’INGV.