Il Ponte sullo Stretto piace anche a Madre Natura. Non potrebbe essere altrimenti, trattandosi dell’opera infrastrutturale più green della storia. Ma è anche un grande prodigio dell’ingegneria e della tecnica, che ieri ha superato l’esame più importante, quello dell’impatto ambientale. Il via libera arrivato dalla commissione tecnica di valutazione di impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente segna un punto storico: l’approvazione del progetto del ponte sullo Stretto di Messina segna un passo determinante verso l’avvio dei lavori, sempre più vicino.
E non è un caso se proprio questa mattina, appena appresa la notizia, gli Dei della Natura abbiano voluto celebrarla con un meraviglioso arcobaleno luminosissimo ad unire simbolicamente le due sponde. Nello Stretto oggi il clima è molto variabile. Le piogge si alternano alle schiarite con temperature in calo: la massima giornaliera ha sfiorato i +20°C, durante i rovesci di pioggia però sulle due sponde dello Stretto la colonnina di mercurio è scesa fino a +16°C. E tra i muri d’acqua è spuntato questo bellissimo arcobaleno ammirato da migliaia di osservatori.
Proprio oggi, intanto, il Consiglio Nazionale dei Geologi ha preso atto della volontà politica di realizzare l’opera “evidenziando in maniera forte la necessità che alcuni questioni geologiche andassero approfondite, questo è avvenuto perché nel ‘Decreto Ponte’ è stato recepito l’emendamento che abbiamo chiesto“. Lo ha detto il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Arcangelo Francesco Violo a Genova nel suo intervento dal palco al congresso nazionale dei geologi italiani. “Il nostro emendamento al ‘Decreto Ponte’ chiede un adeguamento pedissequo alle norme tecniche del 2018 rispetto a quando era stato presentato il progetto nel 2011, – ricorda Violo – aggiorna tutti gli aspetti geologici del progetto, quello che di nuovo gli istituti scientifici negli ultimi anni hanno prodotto sui modelli sismotettonici di un’area che sappiamo essere esposta al rischio sismico“.
“E’ assolutamente infondato” l’allarme sismico sulla costruzione del Ponte sullo Stretto, ha aggiunto sempre stamani il vice premier e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini intervistato a Radio24. “Sulla sicurezza di una infrastruttura non c’è dibattito politico, ci sono gli ingegneri, i geologi, gli architetti… È chiaro che i tecnici non mettono il ponte in una zona sismica, gli ingegneri spiegano che qualora si ripetesse a Messina e speriamo di no il terremoto disastroso del secolo scorso l’unica cosa che resta in piedi è il Ponte, per l’Italia sarà un passo in avanti“,
“Il Ponte dello Stretto rappresenta uno sguardo oltre il 2026, noi puntiamo a chiudere il collegamento veloce tra Palermo e il Nord Italia nel 2030-32, non si può pensare di avere un’Italia divisa a metà“. Così il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi a margine dell’Assemblea Anceferr 2024 ‘Infrastruttura ferroviaria e Pnrr – L’Italia sui binari della crescita’, a Roma. “Non si può pensare di parlare di un territorio come la Sicilia, che potrebbe essere un hub importante anche in futuro, isolato dal resto del continente e dobbiamo accettare sfide come quelle del Ponte per dimostrare al mondo e a chi sta dall’altra parte del Mediterraneo la capacità italiana di affrontare delle sfide importanti e vincerle – aggiunge -. Per noi i nodi sul Ponte sono tutti sciolti, è evidente che se semplificassimo i processi in questo Paese sarebbe molto utile per tutti per le aziende in primis ma anche per chi ha una visione del Paese. Questo Paese o inizia a correre e a mollare i freni a mano tirati o è un Paese che rischia di deragliare“, conclude il viceministro.