Un campione prelevato dall’asteroide Ryugu, riportato sulla Terra dalla sonda giapponese Hayabusa2 nel 2020, ha rivelato una sorprendente presenza di microrganismi. Tuttavia, questi batteri non provengono dallo Spazio: sono terrestri e si sono insediati sul campione nonostante le rigide misure di decontaminazione adottate dagli scienziati.
La scoperta è stata pubblicata su Meteoritics and Planetary Science. Il campione, parte di un frammento di 5,4 grammi dell’asteroide Ryugu, è stato analizzato da un team dell’Imperial College di Londra. Dopo un primo controllo effettuato con raggi X, che non mostrava segni di batteri, il campione è stato inglobato in una resina per ulteriori analisi. Sorprendentemente, osservazioni successive al microscopio elettronico hanno rivelato la presenza di filamenti e bastoncelli organici sulla superficie della roccia.
Contaminazione terrestre: una sfida per l’esplorazione spaziale
Nonostante le precauzioni (come il trasporto in contenitori riempiti di azoto pressurizzato) il campione sembra essere stato contaminato da batteri terrestri durante il processo di preparazione. Gli organismi individuati appartengono a una classe di batteri procarioti noti per la loro straordinaria capacità di adattamento. Questo episodio sottolinea una lezione fondamentale per la scienza: anche con rigorosi controlli, la contaminazione da parte della vita terrestre può influire sugli studi di materiale extraterrestre.
Gli scienziati hanno da tempo ipotizzato che alcuni composti essenziali per la vita sulla Terra (come le basi nucleotidiche e gli amminoacidi) possano avere origini extraterrestri. I campioni di Ryugu hanno già rivelato la presenza di uracile, una delle basi che compongono il DNA e l’RNA, confermando il potenziale degli asteroidi di trasportare mattoni fondamentali per la vita. Tuttavia, la scoperta di microrganismi terrestri su un campione di Ryugu ricorda che l’interpretazione di queste scoperte è estremamente delicata e necessita di misure ancora più rigorose.
Una lezione per il futuro dell’astrobiologia
La colonizzazione di un campione spaziale da parte di batteri terrestri non è solo una dimostrazione della resilienza della vita, ma anche un monito per le future missioni spaziali. Gli scienziati devono affrontare la sfida di mantenere il materiale extraterrestre completamente isolato per evitare di compromettere i risultati.
“La presenza di microrganismi terrestri nei campioni spaziali evidenzia quanto questi organismi siano straordinari colonizzatori, capaci di aggirare le barriere di controllo della contaminazione”, hanno spiegato i ricercatori. Questo non significa che il campione di Ryugu sia privo di valore scientifico, ma sottolinea l’importanza di perfezionare le tecniche di analisi per distinguere tra contaminazione terrestre e potenziali segnali di vita extraterrestre.