Sette strategie per una gestione responsabile dell’acqua

Il piano d'azione, articolato in sette punti, mira a prevenire il rischio che le sfide legate all'acqua si trasformino in ulteriori fonti di conflitto globale
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Un team internazionale di ricercatori guidato dall’Università di Birmingham ha individuato sette strategie chiave per una gestione responsabile, sostenibile ed equa delle risorse idriche a livello globale. Lo studio, pubblicato su Nature Water, sottolinea il potenziale dell’acqua come catalizzatore di pace e sicurezza, fondamentale per prevenire conflitti e promuovere la cooperazione tra comunità e nazioni. Tuttavia, questa visione è possibile solo con una gestione equa e sostenibile delle risorse idriche.

Il piano d’azione, articolato in sette punti, mira a prevenire il rischio che le sfide legate all’acqua si trasformino in ulteriori fonti di conflitto globale. Ecco le sette linee guida proposte:

  • Collaborazione locale per sfide globali: affrontare le problematiche idriche attraverso la cooperazione locale, rafforzando le società civili e costruendo resilienza. Una governance inadeguata dell’acqua può portare a competizione ingiusta e gravi conseguenze per le comunità più vulnerabili.
  • Coinvolgimento delle comunità: promuovere la partecipazione delle comunità nella governance idrica, soprattutto nei periodi di scarsità. Valutazioni dei rischi condivise, una comunicazione trasparente e iniziative di citizen science sono strumenti fondamentali per costruire fiducia e trasparenza.
  • Integrazione di conoscenze locali e tecnologie avanzate: combinare il sapere locale con infrastrutture tecniche avanzate per rafforzare la resilienza comunitaria. Esempi di successo, come le pratiche tradizionali di gestione idrica in Nepal e Perù, dimostrano l’efficacia di questa sinergia.
  • Riduzione delle disuguaglianze: sviluppare politiche che tengano conto delle disuguaglianze esistenti, prevenendo i conflitti e favorendo la fiducia. Un esempio positivo è il progetto EcoPeace in Medio Oriente, candidato al Premio Nobel per la Pace 2024.
  • Accesso sicuro per donne e ragazze: garantire l’accesso all’acqua sicura per donne e ragazze, spesso responsabili della raccolta dell’acqua, integrando sicurezza ed equità di genere nelle politiche di governance idrica.
  • Preparazione ai cambiamenti idrici: prevedere meglio i cambiamenti legati all’acqua e migliorare la preparazione locale, combinando i più recenti dati di telerilevamento con analisi locali e investendo in infrastrutture adattive.
  • Prevenzione dei conflitti attraverso trattati internazionali: gestire le risorse idriche transfrontaliere tramite accordi internazionali. Modelli di successo includono il trattato sulle acque dell’Indo tra Pakistan e India e la governance congiunta del lago Titicaca tra Perù e Bolivia.

Il professor Stefan Krause, autore principale dello studio e co-presidente della rete UniTwin dell’UNESCO sulle interfacce ecoidrologiche, ha dichiarato: “L’acqua può essere un potente strumento per la pace se gestita in modo sostenibile ed equo, ma c’è un crescente conflitto per l’acqua come risorsa insostituibile per gli esseri umani e per i corpi idrici come ecosistemi di grande valore con una ricca biodiversità. Il nostro studio fornisce un modello per l’uso dell’acqua per promuovere la cooperazione e prevenire i conflitti, assicurando un futuro più giusto e resiliente per tutti. La co-creazione di visioni condivise per soluzioni idriche garantisce equità e accettazione delle decisioni di gestione”.

Queste strategie rappresentano un modello concreto per affrontare le sfide legate all’acqua e garantire un futuro sostenibile per le generazioni presenti e future.

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