A New Delhi, le autorità hanno testato un drone “irrigatore” per ridurre le aree di forte inquinamento atmosferico, una misura che alcuni esperti definiscono un “cerotto”. Ogni inverno, la città, già gravata da fumi industriali e automobilistici, è ulteriormente colpita dagli incendi agricoli delle zone limitrofe. Il livello di particelle PM2,5, pericolose per la salute, supera di molte volte gli standard dell’OMS, causando circa 12mila morti all’anno. Finora, i tentativi delle autorità locali di contrastare l’inquinamento hanno avuto scarso successo.
Il drone, testato in una dimostrazione pubblica, spruzza acqua per abbattere la polvere, ma può trasportare solo 16 litri per volta. Il progetto è gestito da una società privata e, se i risultati saranno positivi, verranno acquistati altri due droni per coprire un’area di 1.500 km². Tuttavia, Sunil Dahiya della ONG Envirocatalysts e altri esperti affermano che misure come questa sono solo palliativi. Anumita Roychowdhury del Centro per la scienza e l’ambiente ha sottolineato che è fondamentale ridurre le emissioni alla fonte, concentrandosi su trasporti, industria ed edilizia, settori che richiedono interventi strutturali per un impatto duraturo.