Di recente, in seguito all’allerta rossa diramata dal Dipartimento della Protezione Civile per l’11 e 12 novembre 2024 nella zona nord-orientale della Sicilia, tra Messina e Catania, il dibattito pubblico si è acceso a causa delle polemiche sui social network. Alcuni ‘tuttologi‘ hanno criticato l’intervento della Protezione Civile, giudicandolo eccessivo poiché, a Catania, le precipitazioni si sono rivelate meno intense rispetto alle previsioni. Ma perché, in Italia, vi è una tale prontezza nel criticare questi sistemi di allertamento?
L’Italia presenta una struttura geografica e geologica estremamente diversificata, caratterizzata da terreni vulnerabili a frane, alluvioni e terremoti. Questo implica che le previsioni meteo-idrogeologiche sono più difficili da interpretare e richiedono modelli matematici avanzati per cercare di anticipare fenomeni potenzialmente pericolosi. Tuttavia, nonostante la precisione dei dati e degli strumenti impiegati, la complessità del territorio può far variare notevolmente l’effettiva intensità di un evento rispetto a quanto previsto.
Percezione del rischio e memoria selettiva
Un altro fattore che incide sul giudizio pubblico è la cosiddetta memoria selettiva. Spesso, le persone ricordano maggiormente gli episodi in cui le previsioni di allerta si sono rivelate meno gravi del previsto, piuttosto che quei casi in cui l’allerta è stata efficace nel salvare vite e prevenire danni. Questo crea una percezione distorta del sistema, portando a giudicare con scetticismo le previsioni della Protezione Civile.
Comprensione limitata e cultura della prevenzione
In Italia, non tutti comprendono appieno il funzionamento del sistema di allertamento o gli obiettivi per cui viene emesso. Il sistema, infatti, ha il compito di minimizzare i rischi per la popolazione e prevenire danni, e non garantisce che un fenomeno si verifichi esattamente come previsto. Inoltre, la cultura della prevenzione in Italia sta ancora maturando, e non tutte le fasce di popolazione adottano comportamenti di autoprotezione in linea con le indicazioni fornite dalle autorità.
Impatto dei social media sulla percezione pubblica
I social media amplificano le opinioni e le critiche, spesso esposte da chi non ha una competenza specifica in materia. La rapidità con cui queste opinioni si diffondono può generare un clima di sfiducia, portando alcuni a sottovalutare o addirittura a ignorare le allerte, col rischio di esporsi inutilmente a situazioni pericolose.
Ribadiamo per l’ennesima volta come funziona il sistema di allertamento della Protezione Civile
L’allerta della Protezione Civile si basa su un rigoroso sistema di valutazione, il quale integra dati meteorologici, soglie di rischio predefinite, monitoraggi in tempo reale e analisi delle vulnerabilità territoriali:
1. Dati meteorologici avanzati: Modelli matematici, radar, satelliti e sensori forniscono informazioni dettagliate sui fenomeni meteorologici attesi.
2. Zone di allerta differenziate: Il territorio nazionale è suddiviso in aree omogenee per migliorare l’accuratezza delle previsioni locali.
3. Soglie di riferimento: Per ogni zona sono definite soglie di criticità (ad esempio, quantità di pioggia in un determinato intervallo temporale) che, se superate, indicano il livello di rischio.
4. Livelli di criticità: In base alle soglie superate, si individuano scenari di rischio a gravità crescente: ordinaria, moderata, elevata.
5. Codici colore: I livelli di criticità sono comunicati con codici colore (verde, giallo, arancione, rosso), che esprimono la gravità degli scenari previsti.
6. Valutazione della pericolosità specifica del territorio: L’analisi considera non solo l’intensità dei fenomeni attesi, ma anche la vulnerabilità delle aree interessate.
7. Monitoraggio in tempo reale: Una volta emessa l’allerta, il monitoraggio costante permette alla Protezione Civile di aggiornare in tempo reale le valutazioni.
8. Competenza distribuita: La valutazione dei rischi viene condotta sia a livello regionale, dai Centri Funzionali Decentrati, sia a livello nazionale, dal Centro Funzionale Centrale.
In Italia, il sistema di allertamento della Protezione Civile si propone principalmente di preservare l’incolumità pubblica e limitare i danni. Nonostante possa sembrare eccessivo o allarmistico in alcune occasioni, le allerte sono basate su valutazioni complesse e specifiche, mirate a ridurre il più possibile i rischi. Riconoscere e rispettare tali allerte significa contribuire, come cittadini, alla propria sicurezza e a quella dell’intera comunità.
Tutto il sistema si basa su una complessa sinergia di competenze tecniche e responsabilità civica, e accettarne il funzionamento può fare la differenza tra la prevenzione di danni e una potenziale tragedia.
E comunque, per concludere, vi lasciamo le cumulate di pioggia misurate in questi ultimi giorni sui settori ionici della Sicilia, grazie ai rilevamenti della Protezione Civile Sicilia:
- Giarre 406.1 mm
- Linera 369.7 mm
- Nunziata 284.5 mm
- Acireale 266.2 mm
- San Gregorio 248.5 mm
- Aci San Filippo 245.6 mm
- Lavinaio 232.7 mm
- Aci Castello 226.7 mm
- Viagrande 217.1 mm
- Piedimonte Etneo 185.3 mm
- Catania 154.7 mm
- Gravina di Catania 147.9 mm
- Calatabiano 138.7 mm.
Troppo pochi per giustificare un’allerta, vero? Intelligenti pauca.