Storica “spinta” alla ISS, Dragon effettua il primo boost orbitale

La manovra rappresenta una nuova tappa nel piano di gestione della ISS, in previsione della sua futura dismissione
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La Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ha ricevuto una spinta orbitale storica da parte del veicolo Dragon di SpaceX, segnando un’importante pietra miliare per la compagnia privata nel supporto delle operazioni della stazione in orbita terrestre bassa. Il 4 novembre SpaceX ha lanciato il suo 31º rifornimento commerciale verso la ISS, con il veicolo cargo Dragon che ha attraccato alla Stazione il giorno successivo. Ieri, per la prima volta, Dragon ha effettuato una manovra di innalzamento orbitale per stabilizzare la traiettoria della ISS, un’operazione necessaria per mantenere la stazione alla giusta altitudine e prevenire la sua discesa verso l’atmosfera terrestre.

Nuova pietra miliare per SpaceX

Le manovre di innalzamento orbitale sono operazioni di routine per la ISS, che deve periodicamente compensare la perdita di altitudine causata dalla resistenza atmosferica. In passato, tali operazioni erano eseguite principalmente da veicoli russi come Soyuz e Progress, ma SpaceX è ora il primo veicolo americano, dopo Cygnus di Northrop Grumman nel 2022, a compiere questa operazione. Questo successo rappresenta una nuova tappa nel piano di gestione della ISS, in previsione della sua futura dismissione.

La manovra di Dragon

L’operazione è iniziata alle 18:50 ora italiana, con l’accensione dei propulsori di Dragon per circa 12 minuti e mezzo, al fine di aumentare l’orbita della stazione. NASA e SpaceX hanno monitorato l’operazione, sottolineando che questo primo test delle capacità di reboost di Dragon fornirà dati preziosi per la costruzione del veicolo di deorbit, assegnato a SpaceX, che guiderà la ISS nel suo ultimo viaggio verso l’Oceano Pacifico dopo il 2030.

Passaggio di consegne

Con quasi 25 anni di attività continua, la ISS si avvicina alla fine del suo ciclo operativo, previsto da NASA per non prima del 2030. L’agenzia spaziale americana, a causa della tecnologia invecchiata e dei costi di mantenimento sempre più elevati, ha infatti pianificato il ritiro della stazione a favore di nuove piattaforme commerciali in orbita terrestre bassa. Questo passaggio di consegne consentirà a NASA di dedicare più risorse ad altre missioni, come il Programma Artemis, destinato all’esplorazione della Luna e dello Spazio profondo.

L’autosufficienza degli Stati Uniti

Jared Metter, direttore dell’affidabilità dei voli di SpaceX, ha dichiarato che questa manovra è stata “una buona dimostrazione” delle capacità di Dragon, un passo importante nel progetto del veicolo di deorbitazione della ISS. L’utilizzo del veicolo SpaceX per questa operazione rappresenta anche un ulteriore passo verso l’autosufficienza degli Stati Uniti nelle operazioni della stazione, riducendo la dipendenza dalla Russia per il mantenimento dell’orbita della ISS.

Nonostante le tensioni internazionali dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, la collaborazione tra Stati Uniti e Russia per la ISS è rimasta solida. Tuttavia, la recente dimostrazione da parte di SpaceX elimina un’ulteriore dipendenza degli Stati Uniti dalla Russia, offrendo un’alternativa nel caso in cui la cooperazione con la Russia si interrompesse.

Dal 2011, anno in cui il programma dello Space Shuttle è stato ritirato, fino al 2020, quando Crew Dragon ha riportato in patria i lanci degli astronauti NASA, l’unica via per accedere alla ISS era attraverso le navette russe. Ora, con Dragon, gli Stati Uniti possono sostenere indipendentemente sia i lanci di astronauti sia il mantenimento dell’orbita della Stazione.

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