Il 16 novembre 1894 un terremoto di grande intensità colpì la Calabria meridionale e la Sicilia orientale, causando distruzione e panico su vasta scala. L’evento sismico, che devastò un’area di circa 80 km² tra i Piani d’Aspromonte e la costa tirrenica, è ancora oggi ricordato per uno straordinario episodio che si verificò nella città di Palmi: il cosiddetto “Miracolo della Madonna del Carmine”.
Calabria, il terremoto del 16 novembre 1894 e il Miracolo della Madonna del Carmine
Quel giorno, 3scosse di minore intensità precedettero il sisma principale, che colpì alle 18:52. Subito dopo la terza scossa, la popolazione di Palmi, allarmata, uscì dalle case e organizzò una processione spontanea portando in strada la statua della Madonna del Carmine. Quando la scossa più forte si abbatté sulla città, la maggior parte degli abitanti si trovava all’aperto, partecipando alla processione. Questo fatto, descritto dal sismologo Giuseppe Mercalli, salvò molte vite: mentre le case crollavano, i cittadini si trovavano in un luogo relativamente sicuro.
Da allora, l’episodio è entrato nella tradizione locale. Ogni 16 novembre, la processione viene rievocata a Palmi: la statua della Madonna viene portata lungo lo stesso percorso, e i portatori simulano la fuga durante il terremoto, correndo per circa 100 metri, rievocando quei momenti drammatici ma salvifici.
I danni
Le cronache di quel tempo, come quelle dello stesso Mercalli, riportano la violenza del sisma, che causò gravi danni in 17 località della provincia di Reggio Calabria, con crolli totali a San Procopio e Sant’Eufemia d’Aspromonte. Anche Messina e Reggio Calabria subirono lesioni significative agli edifici. L’onda d’urto si propagò fino a Catanzaro, Catania e persino Palermo.
Oltre al ricordo religioso, questo evento è un monito sull’importanza della consapevolezza dei rischi sismici. Campagne come “Io non rischio” dell’INGV mirano a sensibilizzare i cittadini, diffondendo conoscenze e pratiche per affrontare in sicurezza fenomeni naturali di tale portata.