Un tunnel sottomarino tra Spagna e Marocco: nuovi investimenti sismici per l’ambizioso progetto

L'acquisto di avanzati sismometri marini segna la prima fase operativa dal 2014 di un progetto considerato da molti come una chimera
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Il progetto di un tunnel sottomarino tra Marocco e Spagna attraverso lo Stretto di Gibilterra torna alla ribalta con nuovi investimenti nella sicurezza sismica. Questo mese, la Società spagnola di studi per le comunicazioni fisse attraverso lo Stretto di Gibilterra (Secegsa) ha stanziato quasi mezzo milione di euro per l’acquisto di avanzati sismometri marini destinati a monitorare i rischi sismici, una misura fondamentale per garantire la sicurezza dell’opera. Considerato da molti come un progetto “chimera” a causa delle sfide tecniche e finanziarie, la costruzione del tunnel ha subito diverse battute d’arresto nel corso degli anni. Tuttavia, l’acquisto dei sismometri segna la prima fase operativa dal 2014, segnalando una possibile rinascita dell’iniziativa.

Il 6 novembre, Secegsa ha firmato un contratto di leasing con opzione di acquisto per quattro sismometri del valore di 486.420 euro, forniti dall’azienda madrilena Tekpam Ingenieria. Gli strumenti saranno posizionati nello Stretto di Gibilterra, dove il tunnel dovrebbe passare, e sono progettati per funzionare a profondità fino a 6.000 metri, per periodi che variano tra i 6 e i 24 mesi.

La sismicità dell’area

Questa iniziativa consentirà il ritorno agli studi sismici in una zona caratterizzata da notevole attività tettonica, dove l’ultima indagine risale al 2014, condotta dalla Professoressa Elisa Buforn dell’Università Complutense di Madrid. Secondo il suo studio, la zona è a rischio di terremoti superiori a 4 gradi Richter a profondità superiori ai 40km.

Per i primi sei mesi, l’Istituto reale e osservatorio della Marina spagnola controllerà il funzionamento dei sismometri per garantire che siano pienamente operativi prima della loro acquisizione definitiva. La scelta di strumenti di alta precisione riflette l’intenzione di condurre analisi rigorose per garantire la sicurezza del tunnel in una delle aree più sismicamente attive del Mediterraneo.

Il contributo dell’USGS

Il progetto è supportato anche dall’U.S. Geological Survey (USGS), l’ente americano che fornirà il proprio contributo scientifico all’analisi dei dati geofisici. Il 3 novembre 2023, Secegsa e USGS hanno firmato un protocollo d’intesa per approfondire lo studio della struttura geologica dello Stretto. Questa collaborazione, dal valore iniziale di 178.915 euro, è destinata a proseguire nel 2024, nell’ambito di un rafforzamento delle relazioni strategiche tra Stati Uniti, Spagna e Marocco, avviato già durante il primo mandato di Donald Trump e rinnovato con il suo ritorno alla Casa Bianca.

Il progetto vede coinvolti anche l’Istituto geografico nazionale spagnolo e l’Osservatorio reale della Marina, che insieme a USGS lavoreranno per comprendere meglio l’ambiente geologico della regione, fornendo dati cruciali per le analisi di fattibilità del tunnel.

Nuovo studio di fattibilità

L’azienda pubblica spagnola Ineco, incaricata di aggiornare le ricerche condotte nel 2007, ha il compito di redigere un nuovo studio di fattibilità entro la metà del 2026. Questo aggiornamento sarà supportato da fondi europei, in particolare attraverso il programma Next Generation, per coprire i costi relativi a sicurezza, ingegneria e analisi finanziaria.

Secondo il quotidiano marocchino “Hespress”, accanto a Ineco, numerose istituzioni e aziende internazionali partecipano al progetto, tra cui la marocchina Ingema, la spagnola Typsa, la svizzera Lombardi e l’italiana Geodata, un consorzio che testimonia l’importanza della collaborazione transnazionale. Il piano aggiornato dovrà soddisfare requisiti di sicurezza stringenti e proporre soluzioni costruttive praticabili, nonché presentare un quadro finanziario dettagliato per entrambe le sponde del Mediterraneo.

Finanziamenti

Sul fronte finanziario, il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe), attualmente al governo, ha espresso il proprio sostegno all’iniziativa, mobilitando circa 2,8 milioni di euro negli ultimi due anni. Ulteriori finanziamenti, stimati in circa un milione di euro, potrebbero arrivare entro la metà del 2026 grazie ai fondi dell’Unione europea.

A livello diplomatico, la Commissione mista ispano-marocchina, che si è riunita per la prima volta a gennaio 2023 dopo una lunga pausa, rappresenta un simbolo di rinnovata collaborazione tra i due Paesi, rinforzata anche dalla recente assegnazione congiunta a Marocco e Spagna della Coppa del Mondo Fifa 2030.

Un progetto molto ambizioso

Dal 1979, una cinquantina di comitati ispano-marocchini hanno discusso il progetto del tunnel, investendo milioni di euro in studi preliminari, ma senza mai raggiungere un piano d’azione concreto. Ora, Spagna e Marocco sperano che i progressi tecnologici e il supporto finanziario dell’UE e delle istituzioni africane possano finalmente far decollare l’ambizioso progetto.

Il budget stimato per la costruzione del tunnel varia tra i 5 e i 10 miliardi di euro. Nonostante i costi elevati e la mancanza di un ritorno immediato sull’investimento, l’infrastruttura potrebbe diventare una via di collegamento strategica tra Europa e Africa, favorendo lo scambio economico, culturale e politico tra i due continenti.

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