Le autorità cubane sono al lavoro per creare di ripristinare la fornitura di energia elettrica e ristabilire i servizi essenziali soprattutto nelle regioni di Artemisa, Mayabeque e l’Avana, le più colpite dal passaggio dell’uragano Rafael che si è abbattuto sull’isola nella notte tra 6 e 7 novembre, accompagnato da forti piogge e venti fino a 185km/h. A causa dei gravi danni riportati dalla rete elettrica – alle prese con difficoltà endemiche e continui blackout negli ultimi mesi – 10 milioni di persone sono rimaste al buio e non è possibile prevedere quando sarà possibile tornare alla normalità. Il Ministero dell’Energia, al momento, ha annunciato la ripresa delle attività in soli due impianti termoelettrici minori.
Durante una riunione del Consiglio di Difesa Nazionale convocata dopo aver visitato le aree più colpite, il Presidente Miguel Diaz-Canel ha annunciato che il governo ha disposto il rafforzamento delle squadre di emergenza per accelerare le operazioni di ripristino della corrente elettrica e dei servizi igienico-sanitari soprattutto ad Artemisa dove “tutto è stato colpito”. Pioggia e vento hanno distrutto l’acquedotto, le linee telefoniche e di fibra ottica mentre tutti gli ospedali sono stati danneggiati.
Mentre il trasporto aereo è tornato alla normalità, i collegamenti terrestri sono ancora limitati a causa della distruzione di numerose arterie principali. Complessivamente sono 100mila gli sfollati in tutto il Paese. Il governo ha fatto appello alle agenzie del sistema delle Nazioni Unite con sede nel Paese per accelerare lo sblocco di fondi straordinari per sostenere la ripresa le province colpite.
L’Avana è in ginocchio
La situazione è critica nella capitale L’Avana, dove la popolazione è alle prese con la mancanza di elettricità, acqua e gas. Secondo gli ultimi aggiornamenti forniti dal quotidiano ufficiale Granma, le intense piogge e i venti che si sono abbattuti sulla città per oltre due ore hanno causato danneggiamenti gravi per tutte le infrastrutture. Al momento la città è quasi completamente senza corrente elettrica. La carenza delle forniture – già critica per endemici problemi strutturali – è stata peggiorata dagli effetti dell’uragano che ha causato un blackout totale. Quasi 500 pali elettrici della città sono stai abbattuti dalla furia del vento e un centinaio di trasformatori sono stati distrutti. A questi si sommano i danni di tralicci. Almeno 460 edifici sono stati danneggiati: numerosi i muri crollati, tetti scoperchiati e scale cadute.
La conta dei danni – richiesta con urgenza dal Presidente Miguel Diaz-Canel – è ancora in corso. Anche l’infrastruttura che trasporta il gas da cucina ha subito danni. I tubi sono stati danneggiati soprattutto a causa dello sradicamento degli alberi lungo le strade della città. Le autorità cittadine stanno fornendo assistenza soprattutto alle persone vulnerabili rimaste senza cibo. Solo a l’Avana centinaia di migliaia di abitanti fanno i conti anche con la mancanza di fornitura d’acqua. Secondo le autorità i danni alle infrastrutture idrauliche sono stati minimi tuttavia, la mancanza di corrente elettrica impedisce l’avviamento delle pompe necessarie per rifornire le abitazioni. Al momento 62 strutture sanitarie vengono rifornite con camion cisterna.