Valencia sott’acqua: devastazione agricola e perdite inimmaginabili dopo l’alluvione

A Valencia città, il giardino del Turia, un parco urbano creato nel 1986 proprio per contrastare le inondazioni, è stato determinante nel prevenire danni più gravi
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In questi giorni, la Comunità Valenciana sta fronteggiando una crisi di dimensioni devastanti: le alluvioni causate da Dana, un fenomeno meteorologico caratteristico del Mediterraneo occidentale, hanno sommerso intere aree, provocando danni incalcolabili e un bilancio che conta già almeno 95 vittime. Le campagne, i piccoli centri abitati e persino i sistemi infrastrutturali sono stati travolti da un’ondata di maltempo che ha messo a dura prova le risorse locali e ha minato la capacità di risposta della regione. Dana, con una furia mai registrata prima, ha distrutto colture, compromesso strutture e soffocato le speranze di numerosi agricoltori che vedono crollare anni di duro lavoro.

La furia di Dana sulle coltivazioni: migliaia di ettari devastati

Nelle zone interne della Comunità Valenciana, il paesaggio agricolo è irriconoscibile. La tempesta ha letteralmente sradicato migliaia di viti e altre coltivazioni, che fino a poco tempo prima lottavano contro una delle peggiori siccità mai registrate nella storia della Spagna. Secondo i dati rilasciati dall’Associazione valenciana degli agricoltori (AVA-ASAJA), sono circa 60.000 gli ettari di terreno agricolo colpiti, con danni “catastrofici dalle conseguenze incalcolabili.” Le coltivazioni di agrumi e cachi, in particolare, hanno subito una perdita del 100% nella zona della Ribera Alta, una delle più produttive della regione e attualmente in piena fase di raccolta.

Anche le aree interne, come La Hoya de Buñol e Utiel-Requena, hanno subito danni irreversibili. Le piogge hanno colpito con una violenza tale da distruggere vigneti e ortaggi che, già debilitati dalla scarsità d’acqua dell’anno precedente, non hanno retto l’impatto. In un solo giorno sono stati registrati 445,4 mm di pioggia, con punte che hanno raggiunto i 343 mm in appena quattro ore. Chiva, ad esempio, ha visto cadere 160 mm di pioggia in un’ora, una quantità d’acqua che ha compromesso irrimediabilmente le coltivazioni, esponendo gli agricoltori a una situazione di crisi senza precedenti.

Il “miracolo” del Turia e il contrasto con la devastazione rurale

A Valencia città, il giardino del Turia, un parco urbano creato nel 1986 proprio per contrastare le inondazioni, è stato determinante nel prevenire danni più gravi. Grazie alla sua estensione, infatti, il Turia ha assorbito una grande quantità d’acqua, proteggendo il centro cittadino da allagamenti che avrebbero potuto essere devastanti. Tuttavia, la relativa calma nel capoluogo regionale contrasta drammaticamente con la distruzione nelle campagne, dove l’acqua non ha incontrato barriere in grado di contenere il suo impeto.

Tornado, grandinate e serre distrutte: un colpo letale alla produzione agricola

La tempesta non si è limitata a piogge torrenziali: grandinate e tornado hanno contribuito a incrementare i danni in maniera significativa. Alfarp e Llombai sono state colpite da grandinate devastanti, con chicchi grandi come pugni che hanno distrutto raccolti e messo in ginocchio le comunità locali. Uno dei luoghi maggiormente colpiti è stata El Ejido, nella provincia di Almeria, una cittadina rurale conosciuta per le sue estese serre di produzione agricola. Qui, la grandine ha colpito così forte da penetrare nelle coperture delle serre, danneggiando gravemente peperoni, cetrioli, zucchine e melanzane, con danni stimati su circa 4500 ettari.

José Antonio Baños, presidente della cooperativa Ejidomar, ha spiegato l’impatto devastante della grandine: “La grandine ha colpito così forte che è penetrata nelle coperture delle serre, raggiungendo le piante e spaccando gli ortaggi“. La cooperativa, che ogni anno produce 20.000 tonnellate di peperoni, ha visto compromessa una quota rilevante della sua produzione. Il raccolto di peperoni si prevede in calo del 20%, mentre cetrioli, zucchine e melanzane potrebbero registrare danni fino al 30%, con conseguenze disastrose anche per l’economia locale, fortemente dipendente dall’agricoltura.

Allevamenti in crisi: l’emergenza per gli animali

Oltre all’agricoltura, il settore dell’allevamento sta pagando un tributo altrettanto alto. Numerosi allevatori si trovano impossibilitati a fornire cibo e acqua agli animali, con molti esemplari morti per annegamento a causa degli allagamenti. Il recupero dei corpi rappresenta un’ulteriore sfida: con le strade rurali distrutte o impraticabili, il rischio sanitario aumenta, e le autorità temono per la salute pubblica. La difficoltà di accesso alle aziende agricole rende estremamente complicato anche il rifornimento di foraggio e le operazioni di evacuazione, causando una situazione di emergenza non solo per gli animali, ma anche per gli allevatori stessi.

Gli agricoltori chiedono aiuto: il grido di allarme di AVA-ASAJA

AVA-ASAJA, l’Associazione valenciana degli agricoltori, ha lanciato un appello urgente al governo e alle istituzioni locali affinché vengano varate misure straordinarie per supportare i lavoratori del settore agricolo e zootecnico colpiti dalla tempesta. La situazione, spiegano dall’Associazione, è tale da richiedere un intervento rapido e consistente per sostenere non solo le coltivazioni distrutte, ma anche le infrastrutture agricole danneggiate. Secondo AVA-ASAJA, sono infatti a rischio anche gli impianti di irrigazione, i magazzini e i macchinari, strutture indispensabili per garantire la continuità delle attività agricole nei prossimi mesi.

Pascual Prats, presidente dell’Associazione del kaki, ha ribadito la gravità della situazione: i campi sono ancora sommersi, e potrebbe volerci una settimana prima che le acque si ritirino, lasciando le colture irrimediabilmente compromesse. “Il raccolto rischia di marcire sul campo“, ha dichiarato Prats, sottolineando come ogni giorno di ritardo nella gestione dell’emergenza comporti un incremento delle perdite. Gli agricoltori che sono riusciti ad accedere alle loro proprietà stanno lottando per eliminare l’acqua dalle case e dai magazzini allagati, ma molti di loro non sono neppure in grado di raggiungere i propri terreni.

Una crisi che mette in pericolo l’economia regionale

L’impatto economico di questo disastro potrebbe avere ripercussioni a lungo termine, compromettendo la produzione agricola della Comunità Valenciana per anni e minacciando una delle principali fonti di reddito della regione. La distruzione delle colture, infatti, non si limita alla sola perdita dell’annata corrente, ma colpisce le piante stesse, compromettendo il ciclo di produzione per le stagioni future. Oltre a ciò, i danni alle infrastrutture agricole e alla rete di irrigazione richiederanno ingenti investimenti per essere riparati, senza i quali il settore primario della regione rischia di trovarsi paralizzato.

Gli agricoltori, spiega AVA-ASAJA, si trovano ora ad affrontare una crisi profonda, in cui l’assenza di aiuti concreti potrebbe tradursi nella chiusura di molte aziende agricole. In un contesto già duramente colpito dalla siccità, la tempesta Dana rappresenta un colpo da cui sarà difficile riprendersi senza un sostegno economico e strutturale mirato.

Un futuro incerto per l’agricoltura valenciana

In un panorama mondiale sempre più caratterizzato da eventi climatici estremi, la devastazione causata da Dana riporta l’attenzione sull’urgenza di politiche agricole resilienti e adattabili ai cambiamenti in atto. La crisi attuale non rappresenta solo una sfida temporanea, ma una minaccia concreta per la stabilità e la sicurezza alimentare della regione. La comunità valenciana, di fronte a una devastazione di tale portata, spera che il governo risponda con l’urgenza necessaria, evitando che la tempesta Dana lasci dietro di sé una scia di rovina e disperazione.

Mentre il bilancio delle perdite continua a salire, Valencia guarda al futuro con preoccupazione, consapevole che la sua ricca tradizione agricola, pilastro dell’economia e dell’identità locale, è in pericolo.

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