Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha espresso grave preoccupazione riguardo alla possibilità di un conflitto nucleare, facendo riferimento ai crescenti rischi derivanti dal prolungarsi delle ostilità in Ucraina. In una conferenza stampa tenutasi il 19 novembre 2024, Vucic ha lanciato un appello a un’immediata tregua e ha sottolineato la necessità di negoziati per ripristinare la pace attraverso il compromesso.
Riflettendo sui “mille giorni dall’inizio della guerra” tra Russia e Ucraina, Vucic ha dichiarato che già nei primi giorni del conflitto aveva previsto lo scenario catastrofico che ora sta prendendo forma. “Quello che sta avvenendo ora ci porta verso una catastrofe mondiale, così come purtroppo avevo previsto. Se si hanno dieci scalini per arrivare alla catastrofe, noi ne abbiamo già superati nove“, ha dichiarato il presidente serbo. Vucic ha quindi messo in evidenza i pericoli di una possibile reazione della Russia, in seguito al lancio dei missili americani sulla regione di Brjansk. “Conoscendo tutti gli attori, penso che nessuno esiterà a utilizzare tutte le armi in suo possesso“, ha aggiunto Vucic, sottolineando la minaccia nucleare.
Riguardo alla figura di Vladimir Putin, Vucic ha affermato con convinzione che, se Mosca dovesse sentirsi minacciata, “Putin non ci penserà due volte a usare l’arma nucleare“. “Quelli che non credono che Putin lo farà e pensano che le sue minacce siano vuote, evidentemente non lo hanno mai visto“, ha dichiarato, avvertendo che, se la sicurezza di Mosca fosse messa a rischio, Putin “non esiterà neanche un’ora e ricorrerà all’arma nucleare“.
Nonostante la Serbia sia un Paese militarmente neutrale e non partecipi direttamente al conflitto, Vucic ha espresso preoccupazione per la preparazione del suo Paese di fronte a una possibile escalation. “Noi siamo del tutto impreparati, nei rifugi ci sono posti per 257 mila persone, e dobbiamo arrivare a 1,5 milioni“, ha spiegato, suggerendo che sarà necessario individuare ulteriori spazi, come palestre e locali, per accogliere la popolazione in caso di emergenza.
Infine, Vucic ha mostrato scetticismo riguardo a una possibile tregua durante il periodo natalizio, un’idea di cui ha sentito parlare ma che considera poco realistica. “Nè Zelensky nè Putin sarebbero disposti ad accettarla“, ha concluso il presidente serbo, sottolineando che una tregua sarebbe fondamentale per evitare la perdita di “da 300 a 500 vite umane al giorno“.