Il 19 dicembre 1741 moriva Vitus Bering, navigatore danese al servizio della Russia. Bering, noto per aver esplorato l’Artico e il Pacifico settentrionale, fu il protagonista di imprese che rivoluzionarono la comprensione geografica del mondo. Nel 1728, durante la sua prima spedizione, attraversò lo stretto che oggi porta il suo nome, dimostrando la separazione tra l’Asia e l’America. Fu poi la sua seconda spedizione, la Grande Spedizione del Nord (1733-1743), a consacrarlo alla storia. Guidando un’armata di scienziati, cartografi e marinai, Bering raggiunse le coste dell’Alaska nel luglio del 1741. Questo viaggio non solo confermò l’esistenza del continente americano a Nord/Ovest, ma stabilì un legame diretto tra l’Eurasia e l’America settentrionale.
Purtroppo, la spedizione si concluse tragicamente. Bering e molti membri del suo equipaggio si ammalarono di scorbuto, e il navigatore morì sull’isola che oggi porta il suo nome. Il suo contributo, però, è rimasto indelebile: i suoi viaggi non solo ampliarono i confini della conoscenza geografica, ma gettarono le basi per gli scambi culturali e commerciali tra due continenti.