Aumentano i casi di influenza aviaria H5N1, anche nell’uomo. E l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e quella per la salute animale (WOAH) hanno aggiornato la loro valutazione congiunta del rischio rappresentato dai recenti eventi legati ai virus A(H5) negli animali e nelle persone. Il documento è stato pubblicato oggi e si basa su dati al 18 novembre 2024. “La trasmissione tra animali continua a verificarsi – analizzano le agenzie ONU – e ad oggi viene segnalato un numero crescente, ma ancora limitato di infezioni umane. Sebbene si preveda che si verifichino ulteriori casi nell’uomo associati all’esposizione ad animali infetti o ad ambienti contaminati, l’impatto complessivo sulla salute pubblica di tali infezioni a livello globale è al momento minimo“.
Quindi, è la conclusione, “sulla base delle informazioni disponibili, FAO, OMS e WOAH valutano che il rischio globale per la salute pubblica” rappresentato dai “virus influenzali A(H5N1) sia basso, mentre il rischio di infezione per le persone esposte per motivi professionali è basso o moderato a seconda delle misure di mitigazione del rischio in atto e della situazione epidemiologica locale”.
Le raccomandazioni dell’esperta
L’attuale situazione dell’influenza aviaria H5N1, analizza in un post su X l’epidemiologa Maria Van Kerkhove, che all’OMS guida la Preparazione e prevenzione contro epidemie e pandemie, “è preoccupante” da un punto di vista al momento: “i virus A(H5) dinamici e in evoluzione, in particolare quelli del clade 2.3.4.4b, continuano a diversificarsi geneticamente e a diffondersi geograficamente. La collaborazione globale, il coordinamento e l’implementazione di un approccio One Health sono fondamentali”.
“Una maggiore biosicurezza e sorveglianza negli allevamenti sono essenziali per proteggere sia gli animali che gli esseri umani dall’influenza aviaria H5. L’OMS consiglia vivamente ai Paesi di indagare su ogni caso umano per valutare la possibilità di diffusione da uomo a uomo”.
Nel 2024, ha infine ricordato l’esperta, “sono state segnalate 76 persone infette da virus dell’influenza aviaria H5, la maggior parte delle quali erano lavoratori di allevamenti e mentre c’è stata molta attenzione sulla situazione dell’influenza aviaria negli Stati Uniti“, va ricordato che “quest’anno sono stati segnalati casi anche in Australia, Canada, Cina, Cambogia e Vietnam. E poiché nelle mucche infette da H5N1 sono stati segnalati carichi virali elevati nel loro latte è importante ribadire il nostro consiglio di lunga data di consumare latte pastorizzato. Allo stesso modo raccomandiamo una cottura accurata di carne, uova quando ci si trova in aree interessate da focolai di aviaria”.