Emmanuel Macron ha avvertito a Mayotte che il numero delle vittime del ciclone Chido sarà “probabilmente” molto più alto dei 31 morti attualmente registrati. “E’ probabile che le vittime siano molte di più” rispetto alle 31 “contate ufficialmente fino ad oggi“, ha dichiarato alla stampa. “Saremo in grado di identificare (…) altre vittime, dare loro un nome e rendere loro omaggio” grazie alla missione di censimento istituita dal prefetto con i sindaci e le autorità religiose, ha aggiunto.
Macron in visita a Mayotte devastata dal ciclone Chido: “Un giorno che non dimenticherò mai”
Il presidente francese Emmanuel Macron si è recato nell’arcipelago dell’Oceano Indiano di Mayotte per osservare da vicino i danni causati dal ciclone Chido, descritto come il più forte degli ultimi cento anni nella regione. Appena sbarcato dall’aereo, un agente di sicurezza aeroportuale gli ha detto: “Mayotte è distrutta“. Macron ha poi sorvolato l’isola in elicottero per valutare i danni dall’alto e si è recato all’ospedale di Mamoudzou, capitale di Mayotte, per incontrare personale medico e pazienti.
Le autorità francesi hanno riportato almeno 31 morti, oltre 2.000 feriti, di cui più di 200 in condizioni critiche. Tuttavia, si teme che le vittime possano essere centinaia o persino migliaia, considerando l’estensione dei danni e l’isolamento di alcune zone.
Danni e sofferenze diffuse
Il ciclone ha devastato interi quartieri, abbattendo case e infrastrutture, lasciando l’isola senza acqua potabile ed elettricità. Lunghe file si sono formate per accedere alle poche risorse disponibili, come acqua, cibo e carburante. La mancanza di acqua potabile sta sollevando gravi preoccupazioni sanitarie, con il rischio di epidemie.
Nel quartiere povero di Kaweni, alla periferia di Mamoudzou, le case sono state ridotte a cumuli di lamiere e detriti. “Non riusciamo a dormire per il dolore di vedere le nostre case distrutte” ha dichiarato Nassirou Hamidouni mentre scavava tra le macerie della sua abitazione.
Aiuti in arrivo ma critiche per la lentezza della risposta
Macron ha assicurato che tonnellate di cibo, aiuti medici e ulteriori soccorritori stanno arrivando. Tuttavia, molti abitanti hanno criticato la lentezza della risposta da parte delle autorità francesi. Alcuni residenti hanno riferito di non avere ricevuto aiuti nemmeno dopo sei giorni dal disastro.
Durante una visita al quartiere di Kaweni, Macron è stato accolto da abbracci ma anche da critiche. Un uomo lo ha accusato di essere distante dalla realtà vissuta dai cittadini. Macron ha risposto spiegando che ci sono voluti giorni per liberare le strade e pianificare la distribuzione degli aiuti, ma ha promesso che metà della rete elettrica e idrica sarà ripristinata entro venerdì.
Un piano per la ricostruzione
Macron ha promesso interventi rapidi e duraturi, paragonando la ricostruzione di Mayotte a quella della cattedrale di Notre-Dame dopo l’incendio: “Se siamo riusciti a ricostruire la cattedrale in cinque anni, sarebbe una tragedia non riuscire a ricostruire Mayotte“. Ha proposto una legislazione speciale per accelerare la ricostruzione, eliminare le baraccopoli e costruire edifici più solidi.
Mayotte, con una popolazione di circa 320.000 persone e un’alta presenza di migranti, è il territorio più povero della Francia. Nonostante le difficoltà, Macron ha sottolineato che l’aiuto sarà fornito a tutti, senza distinzione.
Il bilancio umano
Molti abitanti sono ancora alla ricerca di parenti scomparsi. I funerali rapidi, secondo le usanze musulmane locali, e la mancanza di comunicazioni hanno complicato il conteggio delle vittime. Una parlamentare locale ha descritto la situazione come “fosse comuni a cielo aperto”.
La visita di Macron è stata sia un momento di solidarietà che un banco di prova per il suo governo, chiamato ad affrontare una delle peggiori catastrofi naturali mai avvenute in un territorio francese.