Crisi sanitaria e distruzione, la difficile ripresa di Mayotte dopo il ciclone Chido

Il ciclone Chido, alimentato da acque superficiali prossime ai 30°C, ha colpito Mayotte con venti che hanno raggiunto i 220 km/h
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Mayotte è devastata. Il passaggio del ciclone Chido, il più intenso a colpire l’arcipelago negli ultimi 90 anni, ha lasciato una scia di distruzione e morte. Tre giorni dopo l’evento catastrofico, l’isola francese nell’Oceano Indiano si trova in condizioni critiche, con una popolazione che affronta una crisi sanitaria e la mancanza di beni essenziali.

Il presidente Emmanuel Macron, definendo l’accaduto una “tragedia, ha annunciato la sua intenzione di visitare Mayotte nei prossimi giorni e ha dichiarato che proclamerà una giornata di lutto nazionale. “Di fronte a questa tragedia che ci colpisce tutti, sono al fianco degli abitanti e di coloro che stanno lavorando senza sosta per affrontare l’emergenza”, ha dichiarato il capo dello Stato dopo una riunione di crisi del governo.

Una popolazione in difficoltà

Il ciclone Chido, alimentato da acque superficiali prossime ai 30°C, ha colpito Mayotte con venti che hanno raggiunto i 220 km/h, distruggendo infrastrutture e abitazioni. Circa il 70% degli abitanti è stato gravemente colpito, secondo il ministro dell’Interno dimissionario, Bruno Retailleau. I bilanci ufficiali non sono ancora stati comunicati, ma le autorità temono “diverse centinaia” o persino “migliaia” di morti, con i decessi complicati da accertare a causa delle tradizioni islamiche locali che prevedono la sepoltura entro 24 ore.

Nel frattempo, il prefetto di Mayotte ha avviato una missione per il recupero dei corpi, mentre l’unico ospedale dell’arcipelago, gravemente danneggiato, sta gradualmente riprendendo le attività. Un ospedale da campo sarà operativo a partire da giovedì, e lunedì 25 pazienti in condizioni urgenti sono stati evacuati verso l’isola La Riunione.

Emergenza umanitaria

Le autorità si stanno concentrando sull’assicurare i bisogni primari della popolazione, come acqua potabile e cibo. La Croix-Rouge francese sta inviando 20 tonnellate di materiali di emergenza, tra cui teli e tende per creare ripari temporanei. Una grande preoccupazione riguarda anche il rischio di una crisi igienico-sanitaria.

Solidarietà nazionale e internazionale

La Francia ha risposto mobilitando 1.500 uomini, tra personale civile e militare, inclusi 400 gendarmi supplementari. Inoltre, 13 aerei sono stati dispiegati per portare aiuti. Nonostante la mancanza di elettricità e comunicazioni su gran parte dell’isola, la solidarietà locale si sta organizzando: a Mamoudzou, la capitale, le autorità hanno chiesto ai cittadini in buona salute di unirsi alle squadre di soccorso per cercare sopravvissuti nei quartieri più colpiti.

Anche a livello internazionale, non sono mancati gesti di supporto. Gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere pronti a fornire aiuti umanitari.

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