Le misure di sanità pubblica per combattere la malaria, in particolare le zanzariere trattate con insetticidi, perdono efficacia con l’aumento della deforestazione. È quanto emerge da uno studio guidato dall’Università del Vermont (UVM) e pubblicato sulla rivista People and Nature. “Questa ricerca – spiega Taylor Ricketts, direttore del Gund Institute for Environment dell’UVM – è un campanello d’allarme per chi lavora nella salute pubblica. Ha dimostrato che l’efficacia di ciò che facciamo tipicamente per controllare la malaria dipende dallo stato della natura attorno alle persone che stiamo cercando di aiutare”.
Le zanzariere trattate con insetticidi sono una delle misure di prevenzione della malaria più comuni. Impediscono alle zanzare che trasmettono la malaria di pungere i residenti mentre dormono e le organizzazioni non profit le distribuiscono ampiamente, spendendo miliardi di euro.
I ricercatori hanno scoperto che l’uso delle zanzariere è associato a tassi di malaria nei bambini fino al 32% più bassi. Tuttavia, le zanzariere sono efficaci solo nelle aree in cui le foreste rimangono intatte per oltre il 50%. Questa correlazione con i tassi di deforestazione è probabilmente dovuta a diverse ragioni, ma la principale è che la deforestazione crea un habitat ideale per le zanzare portatrici di malaria, lasciando pozze d’acqua riscaldata dal sole in cui gli insetti si riproducono e prosperano.
“Preservando l’ambiente – ha concluso Tafesse Estifanos, autore principale dello studio – possiamo aiutare gli interventi di politica sanitaria pubblica. Il nostro progetto esamina come la povertà e la conservazione ambientale interagiscono nella trasmissione della malaria e dimostra che la conservazione ambientale ha benefici per la salute pubblica”.