Nella costellazione Corona Boreale, gli occhi di astronomi e appassionati di stelle sono puntati su T Coronae Borealis (T CrB), destinata a regalare uno spettacolo straordinario. L’oggetto dovrebbe dare vita ad un’eruzione nucleare che potrebbe eguagliare la luminosità della Stella Polare, diventando visibile a occhio nudo per la prima volta in quasi 80 anni.
La “nuova stella” T Coronae Borealis e l’esplosione
T Coronae Borealis viene chiamata “nuova stella” in quanto è una “nova”, termine che proviene dal latino e significa “nuovo”. Questo nome è dato a certe stelle che improvvisamente aumentano notevolmente in luminosità, apparendo come se fossero nuove stelle nel cielo.
T CrB è un sistema stellare binario composto da una nana bianca e una gigante rossa. La nana bianca sottrae lentamente materiale alla sua compagna, accumulando una “crosta” che, quando raggiunge una massa critica, innesca un’esplosione termonucleare. Le precedenti eruzioni, nel 1866 e nel 1946, hanno trasformato la stella da un oggetto oscuro (magnitudine 10) a una luminosità sorprendente (magnitudine 2-3). Gli astronomi avevano ipotizzato che il prossimo evento sarebbe avvenuto nel 2024, ma il cielo continua a restare tranquillo.
Perché il ritardo?
La previsione dell’eruzione di T CrB si è rivelata più complessa del previsto. Uno dei motivi è la scarsità di dati storici: abbiamo solo due esempi documentati, il che rende difficile individuare pattern affidabili. Inoltre, il comportamento del sistema stellare non è lineare. La gigante rossa e la nana bianca orbitano a una distanza molto ravvicinata, pari a metà della distanza tra la Terra e il Sole, e le interazioni gravitazionali complicano il processo di accrescimento del materiale.
Segnali come un improvviso aumento della luminosità nel 2015 e un curioso calo nel 2022 avevano fatto sperare in un’esplosione imminente. Tuttavia, questi eventi si sono rivelati ingannevoli, suggerendo che ci siano fattori ancora sconosciuti che influenzano il ciclo di T CrB.
Una finestra unica di osservazione
Nonostante l’attesa, gli scienziati stanno sfruttando al massimo questo periodo di quiete. Rispetto al 1946, la tecnologia di osservazione è avanzata enormemente. Telescopi come il James Webb Space Telescope e il Fermi Gamma-ray Space Telescope stanno monitorando il sistema in tempo reale, raccogliendo dati preziosi non solo nelle lunghezze d’onda visibili ma anche nei raggi X e gamma.
L’obiettivo non è solo assistere all’esplosione, ma comprendere i processi fisici che la precedono, migliorando così i modelli teorici sull’evoluzione stellare e sul comportamento delle nane bianche.
T Coronae Borealis, un mistero che accende la curiosità
Il fascino di T CrB non risiede solo nella sua spettacolarità visiva, ma anche nei segreti scientifici che custodisce. Ogni giorno che passa senza un’eruzione aggiunge pezzi a un puzzle complesso. Nel frattempo, T CrB rimane visibile solo attraverso telescopi, troppo debole per essere osservata a occhio nudo. Per quanto il sistema sembri tranquillo, però, il suo futuro scintillante è certo. Quando finalmente si accenderà, il cielo notturno regalerà uno spettacolo indimenticabile, e gli scienziati avranno nuove risposte – e nuove domande – sull’universo.