I fisici hanno trovato una stranezza nelle previsioni di Einstein

"Nel linguaggio della fisica, una tale soglia di incompatibilità suscita il nostro interesse e richiede ulteriori indagini"
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La teoria della relatività generale di Albert Einstein, una pietra miliare della fisica moderna, ha dominato per oltre un secolo la nostra comprensione della gravità, dello spazio e del tempo. La sua capacità di prevedere fenomeni complessi, come il comportamento della luce attorno a oggetti massivi, l’ha resa uno dei pilastri della cosmologia. Tuttavia, un recente studio condotto utilizzando i dati della Dark Energy Survey (DES) ha individuato lievi discrepanze tra le previsioni di Einstein e le osservazioni della curvatura dello spazio-tempo. Queste differenze non solo sollevano interrogativi sul modello attuale della gravità, ma suggeriscono anche che potremmo trovarci di fronte a nuovi aspetti della fisica ancora inesplorati.

Lo spazio-tempo e i pozzi gravitazionali: la base della relatività generale

Nella teoria di Einstein, la gravità non è una forza tra due masse, come descritto dalla meccanica newtoniana, ma una deformazione dello spazio-tempo causata dalla presenza di una massa. Gli oggetti massicci, come le stelle, i pianeti o gli ammassi di galassie, generano curvature nello spazio-tempo che influenzano il moto di altri corpi e persino della luce. Questi avvallamenti nel tessuto dello spazio-tempo sono noti come pozzi gravitazionali.

Per comprendere l’effetto dei pozzi gravitazionali, si può immaginare un trampolino elastico su cui è posta una palla da bowling: la palla crea una depressione, e una pallina da ping pong che rotola sulla superficie curva seguirà un percorso deviato, proprio come la luce segue un cammino curvo attorno a un oggetto massiccio. Questo fenomeno, chiamato lente gravitazionale, rappresenta una delle prove osservative più robuste della relatività generale.

La lente gravitazionale: uno strumento cosmologico di precisione

La lente gravitazionale non è solo una conferma della teoria di Einstein, ma anche uno strumento fondamentale per lo studio dell’Universo. Quando un oggetto massiccio, come un ammasso di galassie, si trova lungo la linea di vista tra la Terra e una sorgente luminosa lontana, la sua massa deforma lo spazio-tempo circostante, piegando la luce proveniente dalla sorgente. Questo fenomeno crea immagini ingrandite, distorte o persino replicate della sorgente originale.

Ad esempio, l’ammasso di galassie Abell 2390, uno dei soggetti di studio della DES, mostra chiari segni di lente gravitazionale. Le deformazioni osservate nella luce delle galassie lontane hanno permesso ai ricercatori di ricostruire la distribuzione della materia nell’ammasso e di misurare la profondità del suo pozzo gravitazionale.

Fino ad ora, i dati della Dark Energy Survey sono stati utilizzati per misurare la distribuzione della materia nell’Universo,” spiega Camille Bonvin, fisico dell’Università di Ginevra. “Nel nostro studio, abbiamo utilizzato questi dati per misurare direttamente la distorsione del tempo e dello spazio, permettendoci di confrontare i nostri risultati con le previsioni di Einstein.”

La Dark Energy Survey: una finestra sull’energia oscura e oltre

La Dark Energy Survey (DES) è una delle campagne di osservazione più ambiziose mai realizzate. Con l’obiettivo di comprendere la natura dell’energia oscura, questa collaborazione internazionale utilizza il telescopio Victor M. Blanco, dotato di una fotocamera digitale ad alta risoluzione, per scrutare l’Universo profondo. La sua missione principale è studiare l’espansione accelerata dell’Universo, un fenomeno attribuito all’energia oscura, ma i dati raccolti offrono anche una miniera d’oro per studiare la gravità e la struttura dello spazio-tempo.

Grazie a milioni di osservazioni, la DES ha costruito una mappa dettagliata della distribuzione della materia oscura e della materia visibile nell’Universo. La sua capacità di osservare galassie lontane, la cui luce ha viaggiato per miliardi di anni per raggiungerci, permette di analizzare l’evoluzione dello spazio-tempo attraverso diverse epoche cosmiche.

L’indagine temporale: misurare i pozzi gravitazionali nel tempo

Uno degli obiettivi principali dello studio condotto dai ricercatori guidati da Isaac Tutusaus dell’Università di Tolosa è stato confrontare le proprietà dei pozzi gravitazionali in diverse epoche cosmiche. Per farlo, hanno analizzato la curvatura dello spazio-tempo in quattro periodi distinti della storia dell’Universo: 3,5 miliardi, 5 miliardi, 6 miliardi e 7 miliardi di anni fa.

Le misurazioni si sono basate sulla lente gravitazionale, confrontando la profondità dei pozzi gravitazionali osservata con quella prevista dalle equazioni di Einstein. I risultati hanno mostrato che, mentre i dati più antichi (6 e 7 miliardi di anni fa) si allineano perfettamente con le previsioni, quelli più recenti (3,5 e 5 miliardi di anni fa) mostrano lievi discrepanze.

Abbiamo scoperto che in un lontano passato – 6 e 7 miliardi di anni fa – la profondità dei pozzi si allinea bene con le previsioni di Einstein,” afferma Tutusaus. “Tuttavia, più vicini ad oggi, 3,5 e 5 miliardi di anni fa, sono leggermente meno profondi di quanto previsto da Einstein.”

Una discrepanza intrigante: le implicazioni per la crescita gravitazionale

La discrepanza rilevata, sebbene piccola, potrebbe avere implicazioni significative per la nostra comprensione dell’Universo. Secondo i ricercatori, potrebbe indicare che la crescita dei pozzi gravitazionali sia rallentata nelle epoche cosmiche più recenti. Questo rallentamento potrebbe essere collegato all’espansione accelerata dell’Universo, suggerendo una relazione tra l’energia oscura e la struttura dello spazio-tempo.

I nostri risultati mostrano che le previsioni di Einstein hanno un’incompatibilità di 3 sigma con le misurazioni,” spiega la fisica Natassia Grimm dell’Università di Ginevra. “Nel linguaggio della fisica, una tale soglia di incompatibilità suscita il nostro interesse e richiede ulteriori indagini.”

La soglia dei 5 sigma: quanto siamo lontani da una rivoluzione nella fisica?

Nella fisica delle particelle e nella cosmologia, una discrepanza di 3 sigma rappresenta un’anomalia interessante, ma non ancora sufficiente per mettere in discussione una teoria consolidata. Per invalidare la relatività generale, sarebbe necessario raggiungere una soglia di 5 sigma, equivalente a una probabilità di errore statistico inferiore a una su 3,5 milioni. Al momento, i risultati del DES non rappresentano una sfida diretta alla teoria di Einstein, ma sollevano domande cruciali che richiedono ulteriori verifiche.

Energia oscura e gravità: una connessione ancora da esplorare

La scoperta dell’espansione accelerata dell’Universo negli anni ’90 ha introdotto il concetto di energia oscura, una forza misteriosa che costituisce circa il 68% dell’energia totale dell’Universo. Tuttavia, la sua natura rimane uno dei misteri più grandi della fisica moderna. I risultati del DES potrebbero fornire nuovi indizi su come l’energia oscura influenzi non solo l’espansione dello spazio-tempo, ma anche la crescita dei pozzi gravitazionali.

Il futuro della ricerca: verso nuove frontiere cosmologiche

Per confermare i risultati del DES e indagare ulteriormente le discrepanze osservate, saranno necessari dati più precisi e strumenti più avanzati. Missioni come il telescopio spaziale Euclid dell’ESA e il Roman Space Telescope della NASA, progettati per studiare la materia oscura e l’energia oscura, giocheranno un ruolo cruciale nei prossimi anni.

È essenziale disporre di misurazioni più precise per confermare o confutare questi risultati iniziali,” sottolinea Grimm.Solo allora potremo determinare se la teoria di Einstein rimane valida a tutte le scale dell’Universo.”

La relatività generale resiste, ma il mistero si infittisce

La relatività generale rimane una delle teorie più solide e testate della fisica moderna. Tuttavia, le discrepanze rilevate dai dati del DES suggeriscono che ci siano ancora aspetti dell’Universo che sfuggono alla nostra comprensione. Queste nuove scoperte, pubblicate su Nature Communications, non solo dimostrano l’importanza della ricerca cosmologica, ma aprono la strada a una nuova era di esplorazione scientifica, in cui la gravità, l’energia oscura e la struttura dello spazio-tempo saranno riconsiderate alla luce di nuove evidenze.

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