Made in Italy, Coldiretti: “Dop economy spinge i record del cibo italiano in Ue”

I prodotti a Dop contribuiscono ad arricchire uno straordinario patrimonio enogastronomico segnato da distintività e biodiversità
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La Dop economy spinge i record del Made in Italy a tavola, facendo dell’Italia il Paese leader della qualità in Europa per numero di prodotti a denominazione di origine con 328 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute, 529 vini Dop/Igp, 5547 prodotti alimentari tradizionali, grazie all’agricoltura più green della Ue. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti in occasione della presentazione del Rapporto Ismea – Qualivita 2024. I prodotti a Dop contribuiscono ad arricchire uno straordinario patrimonio enogastronomico segnato da distintività e biodiversità alla base oggi di una filiera agroalimentare allargata, che vale oltre 620 miliardi di euro e rappresenta la prima ricchezza del Paese. L’Italia vanta peraltro il primato europeo anche – rileva Coldiretti – per la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori con Campagna Amica, oltre che nel biologico, con 84mila aziende agricole attive sul territorio nazionale.

Oltre al cibo più amato nel mondo, l’agricoltura italiana – ricorda la Coldiretti – garantisce peraltro autentici beni pubblici quali tutela del paesaggio, biodiversità, salute e benessere, contrasto ai rischi idrogeologici, coesione territoriale, baluardo allo spopolamento delle aree marginali, turismo, territorio, energie rinnovabili.

Le minacce

Una minaccia ai successi della Dop economy viene però dal fenomeno del falso cibo Made in Italy, il cui valore ha superato i 120 miliardi sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia. In altre parole nel mondo – rileva la Coldiretti – ci sono ben sei imitazioni per ogni prodotto a denominazione originale Made in Italy.

Ma avanzano anche i cibi ultraprocessati che rischiano di sostituire sulle tavole i prodotti naturali, sulla spinta dei grandi oligarchi mondiali dell’alimentazione, con gravi effetti sulla salute dei cittadini, a partire dalle giovani generazioni. Un fenomeno che spaventa oltre otto famiglie su dieci e contro il quale Coldiretti chiede una serie di misure che vanno da un’etichettatura chiara su questo tipo di prodotti al divieto dell’utilizzo nei distributori in scuole e edifici pubblici, fino al potenziamento delle ore di educazione alimentare per gli studenti.

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