Il 1° dicembre 1973, l’Italia fu investita da un’ondata di gelo straordinaria che portò nevicate abbondanti e temperature eccezionalmente basse, un evento insolito per quel periodo dell’anno. Questo fenomeno meteorologico, tra i più significativi del dopoguerra, fu il risultato di una potente irruzione di aria artica che colpì l’intera penisola. La dinamica atmosferica che generò questa situazione fu particolarmente complessa. L’espansione dell’anticiclone atlantico fino alla Groenlandia favorì l’ingresso di un intenso flusso di aria fredda. La fusione tra l’anticiclone delle Azzorre e quello artico accentuò ulteriormente il raffreddamento, portando sull’Italia un’aria gelida di origine polare.
In Toscana, le conseguenze furono particolarmente rilevanti. A Firenze si registrarono 25 centimetri di neve, un record per il 1° dicembre che non si vedeva dal 1813. Altri capoluoghi, come Pistoia, Lucca e Siena, furono imbiancati da accumuli tra i 20 e i 30 centimetri. Prato sperimentò temperature particolarmente rigide, con massime che non superarono gli 0,4°C il 3 dicembre.
Anche altre regioni subirono gli effetti di questa ondata di gelo. L’Umbria e la Romagna furono investite da nevicate significative, mentre persino Roma vide una rara apparizione della neve. Nel Sud Italia, la situazione diventò drammatica nei giorni successivi. Ad Avellino si accumularono 1,70 metri di neve, mentre a Benevento si raggiunsero addirittura i 2 metri.
Le conseguenze per la popolazione furono notevoli. Le principali vie di comunicazione, tra cui autostrade e linee ferroviarie, furono interrotte, mentre il traffico risultò paralizzato in molte aree. Nei giorni seguenti, il gelo persistente causò ulteriori disagi, con strade ghiacciate che provocarono numerosi incidenti e difficoltà per i pedoni.
Questo evento meteorologico è rimasto nella memoria collettiva per diverse ragioni. La sua precocità, essendo una delle ondate di gelo più anticipate del dopoguerra, lo rese particolarmente insolito. La sua intensità, con temperature straordinariamente basse, e la sua durata, con il freddo che persistette per giorni accompagnato da venti di tramontana fino al 5 dicembre, ne fanno uno degli episodi invernali più rigidi della storia meteorologica italiana.
L’ondata di gelo del dicembre 1973 non fu soltanto un fenomeno eccezionale dal punto di vista climatico, ma segnò anche l’inizio di un inverno particolarmente rigido, confermando la vulnerabilità del territorio italiano di fronte a eventi atmosferici estremi.